Da una parte l'iter processuale e l'evidente attesa del verdetto. Dall'altra parte, la politica e le conseguenze- e le scelte- derivanti dal processo stesso. Si terrà il prossimo 9 dicembre, lunedì, davanti al giudice per l’udienza preliminare, l’ultimo atto relativo al processo “Malarintha”, che ruota attorno a presunte irregolarità negli appalti e negli affidamenti diretti operati dal Comune di Rende prima dello scioglimento per infiltrazioni mafiose. L’indagine della Procura della Repubblica di Cosenza ha coinvolto circa 80 persone, tra cui amministratori, professionisti e imprenditori.
Complessivamente, sono stati contestati 68 capi di imputazione legati a vari lavori pubblici finiti sotto la lente della magistratura.
Il Laboratorio civico, diretta emanazione dell'ex sindaco Marcello Manna, freme ed anticipa i tempi. “Nel frattempo non si può non evidenziare che una raffica di archiviazioni ha già fatto crollare in modo significativo l’impianto accusatorio”, scrivono dal movimento politico che ha rappresentato, sostanzialmente, la maggioranza governativa degli ultimi anni, prima dello scioglimento. Il pubblico ministero Giuseppe Visconti ha avanzato richieste di archiviazione per molti capi d’accusa, sia in maniera totale sia parziale, e queste sono state accolte dal gip. Per l’ex sindaco Marcello Manna, ad esempio, dei 24 capi inizialmente contestati, 23 sono stati archiviati; “resta in piedi unicamente l’accusa legata al bando per il centro diurno “Madre Teresa di Calcutta”, fanno sapere.
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