Diventa sempre più complesso l’accesso alle cure nel corso del fine settimana e durante i festivi. Tutti i comuni afferenti al distretto sanitario del Basso Tirreno cosentino sono costretti a rapportarsi con la cancellazione dei turni di Guardia medica. Seguendo una prassi oramai consolidata, i sindaci dei comuni interessati non possono fare altro che informare con tempestività, di quelle che sono le poche turnazioni a disposizione dell’utenza.
Il fenomeno è già stato ampiamente affrontato con gli organi competenti e le cause sono note: la scelta della città in cui svolgere il servizio di presidio medico è su base volontaria e molti professionisti rifiutano, per motivazioni diverse, alcuni comuni. In cima alla lista dei centri meno desiderati c’è Amantea, ma anche altre città di dimensioni più contenute vengono di fatto snobbate.
I sindaci hanno più volte prodotto le proprie rimostranze, ma senza la disponibilità degli operatori tutto diventa maledettamente difficile. Il problema di fondo è che non vi sono all’orizzonte miglioramenti sensibili sulla questione. La mancanza di medici pronti a garantire questo prezioso servizio di prossimità è oramai cronica. A farne le spese, come spesso accade, sono le persone sole, gli anziani, coloro che non hanno la possibilità di muoversi in maniera autonoma e che hanno necessità di avere un confronto costante con un medico. Ai sindaci non resta che mandare mail, lettere di protesta ed accogliere la disperazione di chi nel medico di guardia identifica non solo un professionista con il quale confrontarsi, ma anche un supporto utile e significativo.
La questione è già oggetto di discussione in seno all’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza che è alla ricerca di nuovi medici da porre in servizio.
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