Negli ottomila metri quadrati della Casa della Salute di Lungro non c'è uno spazio da destinare alla raccolta del sangue che periodicamente viene donato dai volontari dell'Avis per alleviare le sofferenze di migliaia di malati. Dopo il primo sfratto dal terzo piano dell'ex ospedale di Lungro ai locali ristrutturati della Farmacia territoriale, servizio mai entrato in funzione con conseguente sperpero di denaro pubblico di circa 600mila euro spesi tra lavori e affitti pagati a privati a Castrovillari, l'Azienda sanitaria provinciale ha imposto un altro trasloco all'associazione presieduta da Isabella Todaro. Per dare seguito agli imminenti lavori di trasformazione del Centro di assistenza territoriale arbëresh a Ospedale di Comunità, il sodalizio ha subito un ulteriore espulsione che che mette a rischio la raccolta del sangue programmata per fine anno. L'Avis comunale, organizzazione che conta più di 250 donatori provenienti da Lungro, Altomonte, Acquaformosa, Saracena, Firmo e da altri paesi del distretto Pollino-Esaro, ora si trova in mezzo alla strada mentre le poltrone, i costosi dispositivi elettromedicali, le suppellettili, gli arredi e i documenti sono in attesa di trovare una degna collocazione. Di fatto, la donazione prevista per domani salterà mentre la seduta programmata per domenica 29 forse sarà espletata, con non pochi disagi, con l'ausilio di un'emoteca mobile in sosta in uno dei freddi parcheggi che insistono all'esterno del nosocomio arbëresh.
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