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San Giovanni in Fiore si mobilita, corteo per Serafino Congi e il diritto alla salute

Una città ammutolita. Un pianto infinito sio abbatte su San Giovanni, due giorni dopo il dramma che s’è portato via il 48enne Serafino Congi. Il cui feretro è ancora nell’obitorio di Cosenza in attesa dell’autopsia per accertare l’esatta causa della morte. Ieri intanto è proseguito un via-vai di gente a casa dei congiunti di Serafino per dare un po’ di conforto alle figliolette, alla moglie, ai genitori, e fratelli. Qui tutti sentono il rimorso. Un tormento: «Chissà se l’avessero trasferito senza ritardo, avrebbe potuto salvarsi». Un dubbio invalicabile che rimarrà per sempre, ma pur sempre un caso di malasanità, poiché un Suem 118 che sulla carta è bisognevole di 6 sanitari non può fronteggiare il quotidiano con solo 2 unità, tanto che il servizio rimane più volte scoperto dalla figura medica.
Nella ammutolita San Giovanni, però, è scattata l’indignazione, lo sdegno, tanto che stasera a partire dalle 18 tutte le associazioni locali e dei paesi dell’hinterland hanno promosso una fiaccolata silenziosa in ricordo di Serafino e per il diritto alla salute. Il corteo si snoderà dal piazzale Acri (già Simet) e percorrerà tutte le vie del centro per arrivare sullo slargo del nosocomio. L’ospedale che dopo anni di peripezie e manifestazioni aprì i battenti agli inizi degli anni ’80 grazie alla Riforma 833/78 e che dopo alcuni buoni decenni ormai annaspa da troppo tempo.

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