Il vento, che ha rovesciato la sua rabbia sul litorale di ponente del Cosentino, ha ricordato al resto del paese che questa terra resta la periferia di un’Italia che continua a viaggiare a due velocità. Anzi, quaggiù, praticamente, ha smesso di viaggiare su rotaie. Del resto, l’amministratore delegato di Ferrovie, Stefano Donnarumma, non ha nascosto l’interesse dell’azienda per chi vive nel Sud del Sud del paese:
«Il disagio che può impattare su un migliaio di persone non può essere descritto come un disastro visto che ogni giorno spostiamo due milioni di passeggeri che sono ben contenti di viaggiare sui nostri treni». Al di là del garbo, la dichiarazione del manager illustra perfettamente la visione di Trenitalia negli ultimi vent’anni per il Mezzogiorno e la Calabria, in particolare. Vent’anni in cui la politica locale non ha mai provato a contestare le strategie aziendali. L’unico a rompere il silenzio è stato Franz Caruso che ha portato la vertenza dell’Alta velocità a Roma. Ma la storia è un lungo silenzio-assenso che ha annunciato la resa istituzionale. Questa terra è stata condannata a viaggiare sempre più lentamente (altro che Alta velocità). Per questo, negli anni, hanno continuato a tagliare treni, corse, speranza. Hanno tagliato convogli cancellando la vita di tante persone che hanno visto ridursi le loro possibilità di movimento.
Una prosa che si unge di tristezza dopo aver letto il crollo dell’utenza. Prima del Covid, in Calabria, sui treni si contavano circa 26 milioni di passeggeri all’anno. Numeri che, inevitabilmente, durante la pandemia (ricordiamo che c’erano i divieti di spostamento durante i ripetuti lookdown, con zone rosse, zone arancioni e pass obbligatori) si sono ridotti a circa 16 milioni. Subito dopo, la lieve ripresa che ha riportato circa 18 milioni di passeggeri sui convogli, prima del crollo con il minimo storico che ha portato nell’ultimo anno a quota 15 milioni. La narrazione algebrica conferma le scelte alternative di mobilità da parte dei viaggiatori. Opzioni che comprendono, inevitabilmente, altri vettori. Su rotaie o su gomma.
Del resto, basti vedere ciò che rimane a Vaglio Lise. Il treno più importante (ed è anche l’unico interregionale) è il Napoli-Cosenza (andata e ritorno).
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