Cosenza

Sabato 18 Gennaio 2025

'Ndrangheta, il clan Abruzzese chiedeva una tangente del 3% su lavori della nuova Statale 106 I NOMI

Ruota attorno a un’attività estorsiva nei confronti di una impresa di costruzioni friulana, la società «I.Co.P. Spa Società Benefit» di Basiliano (Udine), e a due vicende corruttive, l’operazione anti 'ndrangheta «Fattore Delta», coordinata dalla Dda di Catanzaro ed eseguita dalla Dia con sei misure cautelari in carcere. L’operazione ha svelato le infiltrazioni della cosca Abruzzese nei lavori del «Terzo Megalotto» della Statale 106 nella Sibaritide, in provincia di Cosenza. I destinatari delle misure cautelari sono Leonardo, detto «Nino», Abbruzzese (classe '85) di Cassano allo Ionio, ritenuto dagli inquirenti il reggente dell’omonima cosca all’epoca dei fatti contestati; Antonio Salvo (classe '89) di Acri; Gino Cipolla (classe '81) di Castrovillari; Domenico Basile (classe '77) di Policoro; Giuseppe D’Alessandro (classe '63) di Matera; Luigi Falcone (classe '69) di San Giorgio Albanese. La vicenda estorsiva - si legge nell’ordinanza cautelare del Gip di Catanzaro - «prende le mosse dalla denuncia sporta dal legale rappresentante dell’impresa di costruzioni denominata 'I.Co.P. Spa - Società Benefit' il quale riferiva di avere un contratto di subappalto con la società 'Impresa Tre Colli Spa' per la realizzazione della variante al metanodotto 'Pisticci - Sant'Eufemia 4 tronco' per conto di 'Snam Rete Gas', consistente nella realizzazione Trebisacce per un importo pari a 5 milioni. L’imprenditore ha riferito di essere venuto a conoscenza della pretesa estorsiva avanzata dal capo cantiere della Tre Colli S.p.a.», Antonio Salvo, per il tramite» di due suoi dipendenti, uno dei quali «in particolare - proseguono gli investigatori - gli aveva riferito che erano stati imposti loro i fornitori... Poichè questi, inoltre, aveva chiesto chiarimenti, era stato accompagnato a Lauropoli, impedendogli di portare il telefono cellulare, dove aveva incontrato delle persone, le quali gli avevano detto chiaramente che, per non avere problemi, avrebbero dovuto pagare il 3% dell’importo del contratto, ossia 150mila euro, e gli avevano dato i nomi dei fornitori con i quali avrebbero dovuto lavorare. L’importo suddetto sarebbe stato ricavato da una sovrafatturazione con i fornitori». Un altro dipendente della società «Tre Colli» - rimarcano ancora gli inquirenti nell’ordinanza cautelare - «affermava di svolgere la mansione di capo-commessa per alcuni cantieri in Italia e di essere giunto a Trebisacce nel mese di giugno 2022 per visionare i luoghi dove eseguire i lavori sub-appaltati dalla 'Tre Colli Spa' e consistenti nella realizzazione di due micro-tunnel funzionali allo spostamento del metanodotto della variante jonica, lavori rientranti in quelli afferenti al Terzo Megalotto. Per tale motivo - si legge ancora nell’ordinanza del Gip di Catanzaro - aveva preso, da subito, contatti con il capocantiere della 'Tre Colli', Salvo Antonio, al quale chiedeva dei riferimenti per le sue ricerche di mercato. Il Salvo gli aveva fornito i dati richiesti e, nel successivo mese di luglio, durante un’altra sua visita a Trebisacce, - si legge nell’ordinanza - gli aveva riferito che se non avessero voluto avere problemi, avrebbero dovuto versare a titolo estorsivo la somma pari all’1,5% dell’intero importo fissato in 5 milioni di euro. Nel prosieguo, il Salvo li aveva informati che avrebbero dovuto rivolgersi alla società. in quanto disponibile ad effettuare la sovrafatturazione sulla fornitura di calcestruzzo».  

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