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Cosenza, la finta gravidanza e il sequestro

Rosa Vespa autrice con il marito nigeriano del rapimento di una neonata aveva simulato di essere incinta. Al momento dell’irruzione in casa della Squadra Mobile, stava festeggiando l’arrivo di un bimbo mai nato, sostituito con la piccola Sofia sottratta alla mamma in clinica

Rosa Vespa

Il bambino mai nato. Rosa Vespa, 51 anni, casalinga, sognava d’essere madre. Un’ossessione che ha coltivato fino al punto da inscenare, in casa e sui social, una finta gravidanza. Nell’agosto scorso mostra su Facebook il pancione, abbracciata al marito nigeriano, Acqua Moses, 47 anni, e l’otto gennaio annuncia con tanto di foto della manina, la nascita del piccolo: «Dopo tanta attesa il nostro miracolo è arrivato! Alle 20 di oggi è nato Ansel. Mamma e Papà ti amano!».
Rosa per nove mesi ha finto di essere incinta, con tanto di fittizie visite ginecologiche e un fasullo ricovero in clinica - al “Sacro Cuore” - per partire. Ha ingannato il coniuge, la sorella, la cognata e la madre. Tutti sorpresi dai poliziotti del vicequestore Gabriele Presti a festeggiare in un appartamento di via Almirante a Castrolibero, l’arrivo in casa del neonato. Un bimbo mai nato che Rosa sosteneva di aver messo al mondo nella struttura sanitaria privata dov’era stata poi costretta a lasciarlo sotto osservazione per dieci giorni a causa di lievi problemini di salute. Martedì pomeriggio ha chiesto al marito di accompagnarla a riprenderlo. E così è stato: sono saliti sulla loro Alfa 147 muniti di passeggino e hanno raggiunto la clinica che sorge nel cuore del capoluogo bruzio. Moses è rimasto sotto nella sala d’ingresso, Rosa è salito nel reparto maternità dove, dotata di mascherina, s’è presentata alla madre della piccola Sofia, nata il giorno prima, come una puericultrice incaricata di lavare la bimba. La donna, non aspettandosi certo di subire il rapimento della sua creatura, ha acconsentito. Rosa ha raggiunto velocemente Moses con la piccola in braccio e in auto hanno ripreso la strada di casa.

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