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La neonata rapita a Cosenza, i messaggi telefonici tra Rosa e Moses

La donna ha scritto al marito in ogni fase della inventata gravidanza facendogli prendere due giorni di permesso pomeridiano dal lavoro per andare in clinica dall’immaginario Ansel

I messaggi surreali. Per mesi Rosa Vespa, 51 anni e il marito nigeriano Omogo Chiedebere Moses, 47, detto “Acqua”, si sono scambiati quotidianamente pensieri e parole sulla piattaforma whatsapp su un figlio inesistente. I telefoni cellulari sequestri alla coppia dalla polizia raccontano le controverse e a tratti incomprensibili sfumature d’una storia costruita su un piano di realtà alterata.
La messaggeria non cela nulla: l’annuncio della inventata gravidanza poi, a settembre, la scoperta del sesso del nascituro, la scelta del nome, Ansel, l’8 gennaio la comunicazione felice della venuta al mondo del piccolo. Una comunicazione condivisa dalla cinquantunenne pure sul “gruppo” di amiche e amici sul quale ogni giorno ci si confrontava su qualcosa. Moses, ignaro dell’inganno, risponde con gioia augurandosi una vita benigna per tutti e tre. È ancora Rosa a scrivergli di prepararsi perchè lunedì 20 andranno a prendere Ansel in clinica dove è rimasto, dopo il parto, perchè affetto dal Covid. E il nigeriano, operaio in un’azienda di mezzi meccanici di Rende, chiede un permesso per potersi assentare. Poi la moglie comunica che c’è un imprevisto e che bisognerà aspettare il giorno successivo, martedì 21, e il quarantassettenne sollecita alla proprietà dell’azienda la possibilità di godere d’un altro permesso per martedì. Che gli verrà accordato. Nessuno immagina che si parli di un bambino mai nato. Anzi, le amiche del gruppo si sperticano (giustamente) in complimenti e felicitazioni. Rosa chiede aiuto a una di loro perchè prepari dolcini per il rientro a casa, a Castrolibero, del piccolo. La madre, la sorella e il cognato della donna finita agli arresti per aver rapito una neonata - Sofia - all’interno della clinica “Sacro Cuore” di Cosenza, immagina una piccola festa. Compare il fiocco azzurro sul portone d’ingresso dello stabile, mentre confettini dello stesso colore vengono sparsi per le scale. La messaggistica del cellulare è la cronaca fedele di quanto è incredibilmente accaduto nell’arco di nove mesi in un crescendo folle di bugie.

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