
Magari una soluzione non s’intravede nell’immediato, ma l’amministrazione comunale mantiene salda la volontà di rimettere in funzione il Planetario, chiuso durante il periodo del Covid e mai più riaperto. Sulla struttura, infatti, è lentamente calato il buio, che neppure le stelle riescono a rischiarare, quando, invece, proprio quegli astri sembrava di toccare con mano comodamente seduti su di una poltrona.
E se lo scoglio principale da superare erano, e sono ancora, i costi di gestione, a rallentare la marcia verso l’auspicabile rilancio del Cupolone di Gergeri, ci hanno pensato pure i raid vandalici perpetrati ai danni del Planetario, tali da compromettere anche lo Starmaster, il cannocchiale attraverso il quale gli amanti del firmamento potevano ammirare i pianeti e immergersi idealmente nell’immensità dello spazio. E insieme a loro gli studenti universitari, le scolaresche, gli studiosi dei corpi celesti e chiunque, varcando la soglia dell’osservatorio astronomico, ne rimaneva affascinato ripromettendosi di ritornarci una seconda volta, poi altre ancora.
Solo ricordi, mentre l’attualità mostra i segni del degrado e dell’abbandono, tanto all’interno quanto all’esterno, rispetto ai quali il Municipio sta cercando di porre rimedio. Il sindaco, Franz Caruso, reduce da più sopralluoghi nella zona, ha avviato una serie di interlocuzioni per capire se esistono strade da perseguire. Lo ha ribadito pure l’altro giorno durante una seduta del civico consesso, sottolineando come l’amministrazione abbia già compiuto un primo passo, «perché con l’affidamento del del project financing alla società della Casa Depositi e prestiti, ho dato una indicazione precisa di partire, con l’azione di riefficentamento energetico dei nostri palazzi pubblici e dell’illuminazione, proprio dal Planetario, come segnale di attenzione nei confronti di una struttura che è assolutamente importante, perché attrattiva e punto di riferimento per tutta una serie di iniziative che potrebbero rimetterlo al centro dell'attenzione. Abbiamo il dovere di recuperarlo – le parole dell’inquilino di Palazzo dei Bruzi – non solo nel ricordo di Franco Piperno, ma nell’interesse della città, perché veramente, con la realizzazione anche del Parco delle Scienze, si creerebbe un polo attrattivo, scientifico e turistico che non può che far bene al nostro territorio».

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