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Bimbi maltrattati: i carabinieri di Paola analizzano i cellulari degli indagati

I telefoni cellulari della mamma e del compagno dei due bambini, nonché della nonna materna sono stati sequestrati dai Carabinieri della Compagnia di Paola. Serviranno a fornire ulteriori dettagli nella vicenda dei presunti maltrattamenti ai due fratellini ricoverati a Cosenza. Si cercano conferme in quel quadro indiziario che ha portato all’emissione di misure cautelative per gli indagati: alla mamma è stato applicato il braccialetto elettronico ed è stata raggiunta dal divieto di avvicinamento ai piccoli (quest’ultimo applicato anche alla nonna), mentre il compagno è finito diritto in carcere.

Il 34enne indagato e arrestato per i maltrattamenti ai bambini che sono in cura all’Annunziata si è macchiato di reati, che se confermati, sono gravissimi. Avrebbe procurato in tempi diversi fratture e lesioni ai fratellini di due e tre anni e mezzo. Il 34enne anni fa era scampato alla morte, un cugino dopo un diverbio cercò di ammazzarlo. Una gioventù inseguendo falsi miti e violenze. Un tentativo di recupero, anni fa, non riuscito. Poi i problemi con la droga e di recente quell’avvicinamento a quelle organizzazioni criminali che hanno finito per riscrivere il percorso generazionale già complesso per la vicinanza familiare all’ex boss Mario Serpa. Sui social il suo profilo si apre con una A cerchiata, simbolo dell’anarchismo. Oggi (lunedì 10 febbraio) dovrà comparire davanti al Gip.

Il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della regione Calabria, Antonio Marziale, sulla vicenda rileva come “la società è tenuta ad interrogarsi. E nessuno può dirsi escluso da un’introspezione responsabile. Il quadro che sta verosimilmente emergendo è aberrante con un patrigno che maschera le proprie frustrazioni dietro il paravento di una “educazione rigida, ma necessaria”, ed una nonna naturale che approva e diviene complice”. Per il Garante: “botte, strattoni e percosse lasciano segni, che a quanto pare nessuno, prima dei medici era riuscito a vedere. Oltre la nonna complice, emerge la figura della madre silente. Bruttissima società quella dove una madre tace sul dolore dei propri figli, della carne della sua carne. Una madre dovrebbe essere disposta a tutto pur di salvaguardare i propri cuccioli da abusi”.

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