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L’Alta velocità che dovrebbe rappresentare l’opera capace di rivoluzionare la mobilità dell’intera regione resta una linea da tracciare sulla carta geografica. Quel tracciato destinato ad accorciare le distanze tra la Calabria e il resto del paese, è uscito e rientrato tante volte dalle rimesse elettorali. Tra carte, elaborazioni computerizzate, grafici e disegni, la geometria dell’infrastruttura, nel frattempo, è cambiata rispetto all’idea iniziale. Rfi aveva previsto un percorso che avrebbe connesso anche le aree interne attraverso il collegamento Praia-Tarsia. Quella scelta si è infilata in una cruna ristretta che ha reso impossibile proseguire, riportando la linea ferrata sulla costa tirrenica. Certo, per ora, resta un’idea sulla carta. Un’idea di carta. Un’idea che, però, ha innescato una guerra di emozioni e di tensioni. Uno scontro che sembra inseguire una ideologia più che uno spartito. L’Alta velocità è diventata il peccato originale che si trascina dietro una tempesta. Nella guerra tra poli (perché di questo si tratta) i supertreni rischiano di trasformarsi nell’ennesimo scheletro nell’armadio della politica. I sindaci di Cosenza e Corigliano Rossano, nei giorni scorsi, avevano attaccato il senatore della Lega, Tilde Minasi. La replica della parlamentare della Lega non si è fatta attendere. E nel mirino è finito, in particolare, Franz Caruso, che la Minasi ringrazia ironicamente perché «con il suo ennesimo attacco strumentale in tema di Alta Velocità in Calabria sta dimostrando il vero volto di una coalizione, quella di sinistra, interessata alle poltrone anziché al bene della Calabria. Il vero scippo alla nostra regione, di cui lui e gli esponenti del Pd accusano falsamente la maggioranza di governo, è quello che stanno tentando di fare loro, pretendendo una linea ferroviaria ad Alta Velocità che, da Salerno, zigzaghi tra le zone interne del Cosentino e addirittura quelle della jonica prima di approdare sullo Stretto. Questo sì che sarebbe un vero scippo. Non solo ai calabresi, ma anche a tutti i cittadini italiani, che pagherebbero appunto le scelte miopi e provinciali di amministratori locali preoccupati del loro tornaconto elettorale, anziché pensare allo sviluppo di tutta la Calabria, di cui anche loro beneficerebbero. E’ già successo una volta con l’Autostrada: ancora oggi tutti noi – anche i non calabresi – paghiamo a carissimo prezzo la decisione di deviare il tragitto dell’ex A3 verso l’interno, anziché percorrere la linea costiera. Per favorire solo alcuni territori, si è danneggiata irrimediabilmente tutta la comunità, che ha affrontato già allora costi enormi per la costruzione dell’arteria, a causa delle criticità orografiche e l’altitudine della zona. Costi che affronta ancora oggi per le gravosissime manutenzioni, dovute proprio a quella scelta. Evidentemente Caruso e gli altri primi cittadini di quel territorio vogliono ripetere quello stesso errore a scapito di tutti noi, anziché far fronte comune per chiedere e ottenere, piuttosto, collegamenti interni efficienti per raggiungere le stazioni della AV, come avviene in tutte le regioni per i centri che non sono appunto attraversati direttamente dalla linea veloce».
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