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Il concorsone per docenti rischia di restare intrappolato tra le maglie dei ricorsi all’autorità giudiziaria. Lo scenario controverso che si sta componendo è quello preannunciato dagli avvocati Danilo Granata e Alessandro Rosti, pronti a patrocinare un ricorso collettivo al Tar del Lazio – sede di Roma, con la richiesta di ammissione dei candidati esclusi alla fase successiva della selezione. Uno scritto che assorbe rabbia e sospetti da parte di chi denuncia d’essere vittima di una ingiustizia. La storia ruota intorno a una significativa novità introdotta dal Ministero dell’Istruzione e del Merito nel concorso per docenti Pnrr2. In sostanza, per accedere alle prove successive, non basterà più ottenere la sufficienza agli scritti, ma sarà necessario rientrare tra i candidati con i migliori punteggi, in un numero pari al triplo dei posti disponibili per ciascuna classe di concorso e per ogni regione. Una decisione che ha finito per sollevare un’ondata di critiche, soprattutto tra i prof precari, particolarmente numerosi nel Mezzogiorno, che vedono ridursi drasticamente le possibilità di proseguire nella selezione. Se negli anni passati era sufficiente risultare idonei per accedere alle fasi successive, oggi il meccanismo selettivo risulta molto più restrittivo, generando il contestato squilibrio con le edizioni precedenti del maxi-reclutamento, che è diventato il tema del ricorso.
Sostiene l’avvocato Granata: «Regole ingiuste, faremo valere i diritti dei candidati». Profonda indignazione nelle parole del legale che si dice pronto a portare la questione davanti al Giudice amministrativo: «Rimaniamo basiti di fronte a un’impostazione concorsuale che, rispetto alle precedenti edizioni, introduce criteri fortemente penalizzanti per i candidati. Il Ministero ha modificato le regole in corsa, creando un’ingiustificata disparità di trattamento. Non si può escludere chi ha ottenuto un punteggio sufficiente solo perché il numero dei candidati ammessi è stato arbitrariamente ristretto. Si tratta di un colpo durissimo, soprattutto per i docenti precari, già vessati da anni di instabilità lavorativa. Confidiamo nella giustizia amministrativa affinché venga ripristinato il principio di equità e parità di accesso». Ora la partita si sposta nelle aule del Tar, dove si deciderà il destino di centinaia di aspiranti docenti. La battaglia legale è solo all’inizio, ma l’esito potrebbe riscrivere le regole del concorso.
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