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Gli affari della 'ndrina di Cariati in Germania: le estorsioni non risparmiavano neanche i compaesani immigrati

Danneggiamenti, estorsioni anche ai danni di propri compaesani; pestaggi, ma anche sofisticati reati finanziari e riciclaggio grazie a imprenditori collusi e a insospettabili professionisti. La 'ndrina di Cariati (Cosenza) aveva esportato in Germania le stesse attività e gli stessi 'business' che esercitava in Calabria. E’ questo lo spaccato criminale delineato dall’operazione Boreas che oggi ha portato all’esecuzione di venti misure cautelari frutto di una investigazione che ha riunito le autorità giudiziarie inquirenti e le forze dell’ordine italiane, segnatamente la Dda di Catanzaro e la polizia, e quelle tedesche.

L’inchiesta ha svelato le dinamiche di un’organizzazione 'ndranghetistica, quella operativa a Cariati, nella Sibaritide, e le sue proiezioni in Germania, in particolare nel distretto di Stoccarda, un gruppo organizzato collegato, su un piano di subordinazione, al "locale" di Cirò, che in Germania è operativo da oltre 45 anni. Lo ricorda il procuratore capo della Dda di Catanzaro, Salvatore Curcio, presentando alla stampa i risultati dell’operazione.

«A fine anni '70 il "locale" - dice Curcio - inviò i suoi esponenti a Stoccarda per infiltrarsi nel territorio, e questi esponenti perpetrarono subito un omicidio contro una organizzazione slava. Furono subito arrestati e da lì partì la collaborazione di giustizia di uno di loro». Proprio per la diffusione sempre più ampia della 'ndrangheta, per Curcio «l'investigatore oggi deve cambiare approccio perchè deve fare manovre molto più complesse e transnazionali, e in questa metodologia è necessaria una cooperazione internazionale come quella che abbiamo messo in piedi per questo blitz».

Il procuratore della Dda sottolinea l’esigenza di un «joint investigation team sul piano sia giudiziario, sia delle forze dell’ordine, con il ruolo importante di coordinamento di Eurojust», una sinergia che ha consentito di fare luce sulla operatività della 'ndrina di Cariati, che si caratterizzava per la sua capacità di muoversi con estrema rapidità tra la Calabria e la Germania, tanto è vero che uno degli arrestati nell’operazione odierna è stato bloccato in Germania dopo essere stato seguito nel suo viaggio dalla Calabria. In Germania, la 'ndrina riproduceva le stesse modalità criminali che attuava a Cariati, con estorsioni a tappeto, anche nei confronti dei cariatesi trapiantati in terra tedesca con le loro attività economiche. «Nemmeno questi compaesani - evidenzia il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla - venivano risparmiati dalle vessazioni dei soldali della cosca», che imponeva la fornitura dei prodotti alimentari provenienti dalla Calabria.

Non mancavano poi i danneggiamenti, le intimidazioni e i pestaggi, anche in Germania, con le vittime che, a parte qualche eccezione, si guardavano bene dal denunciare. In pratica la 'ndrina di Cariati esercitava un controllo mafioso classico del territorio di Stoccarda, avvalendosi poi di professionisti per le intestazioni fittizie di beni e il riciclaggio dei proventi delle attività illecite. «In questo senso - ha osservato in conferenza stampa Vincenzo Nicolì, direttore dello Sco - la collaborazione con la polizia tedesca è stata fondamentale per ricostruire episodi come danneggiamenti o estorsioni che avrebbero potuto avere una lettura riduttiva e che, invece, abbiamo potuto inquadrare in un contesto mafioso. Il nostro merito è che grazie alle nostre attività anche all’estero gli inquirenti hanno affinato una maggiore sensibilità investigativa».

Secondo il questore di Catanzaro, Giuseppe Linares, «sul piano investigativo in Europa c'è sinergia e cooperazione, ma sarebbe opportuno un unico diritto dell’Unione europea. Non ci sono più reati occasionali all’estero ma il controllo del territorio attraverso l’infiltrazione nelle imprese e nel contesto economico. E anche all’estero troviamo i colletti bianchi, la zona grigia con i professionisti a disposizione». E con riferimento ai rapporti con le autorità tedesche, il procuratore Curcio osserva: «Con la procura di Stoccarda la collaborazione ha origine a ottobre 1993, quando acquisimmo la collaborazione di un intraneo al 'localè di Cirò che prima non era conosciuto ed era invece attivo in Germania già dalla fine anni '70. L’evoluzione della presenza della 'ndrangheta in Germania è proseguita fino alla strage di Duisburg del ferragosto 2007 e ai giorni nostri, la linea di continuità del 'locale di Cirò attraversa tutti questi anni. Sarebbe auspicabile un diritto penale comune in Europa: la Germania da 35 anni si misura con la presenza della 'ndrangheta e qualcosa quindi è cambiata. In Germania ci sono tante cosche, ogni locale ha la sua proiezione, e dobbiamo ormai entrare in una logica diversa perchè la 'ndrangheta è in tutti i 5 continenti e anche fare una mappa completa è praticamente impossibile perchè ormai ogni locale ha sue proiezioni all’estero».

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