
Stanno per riprendere a Tarsia i lavori per la realizzazione del Cimitero internazionale dei Migranti. Lo ha reso noto, il 25 aprile, all’ex Campo di Concentramento di Ferramonti, in occasione della ricorrenza dell’80.mo anniversario della Festa della Liberazione, il sindaco di Tarsia, Roberto Ameruso. A riprendere e dare oggi la notizia è il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della grande opera umanitaria, (per la cui costruzione è ininterrottamente impegnato da 12 anni, dalla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013) e presente ieri a Ferramonti. "I lavori del Cimitero monumentale dei Migranti, iniziati pochi giorni prima del Natale 2018, e andati avanti per un anno", afferma Corbelli, "si erano poi fermati, causa pandemia e per l’esaurimento del primo contributo, concesso dalla Regione Calabria, per volontà dell’ex presidente Mario Oliverio. Oggi grazie al governatore Roberto Occhiuto è arrivato al comune di Tarsia un secondo finanziamento che consentirà appunto di riaprire il cantiere e continuare i lavori".
Corbelli esprime “grande soddisfazione” e ringrazia Occhiuto, “insieme al quale da oltre 3 anni, dal dicembre 2021, abbiamo, in collaborazione con l’amministrazione comunale di Tarsia, lavorato incessantemente per superare i vari ostacoli burocratici che si sono incontrati e per arrivare alla soluzione del problema che permetterà adesso di utilizzare questo secondo finanziamento, per la ripresa dei lavori, in attesa, poi con un’altra, ultima tranche di contributi, di arrivare all’ultimazione della stessa grande opera”. “Si tratta della più grande opera umanitaria legata alla tragedia dell’immigrazione, unica del genere nel mondo, conosciuta - afferma Corbelli - e apprezzata da Papa Francesco (che avrei voluto venisse a visitarla una volta completata e che sono sicuro oggi sarà contento di vederla ripartire e la benedirà dal Cielo) e dal Vaticano e, oltre che in Italia, anche a livello internazionale, ricordo che sorge in un luogo fortemente simbolico, su una collina della Pace, quasi 30mila mq, immersa tra ulivi secolari (che resteranno intatti), proprio di fronte al Lago e al vecchio cimitero comunale (in parte ebraico) e a breve distanza dall’ex Campo di Concentramento fascista più grande d’Italia, quello di Ferramonti di Tarsia, un posto di prigionia durante la seconda guerra mondiale ma dove è sempre prevalsa l’umanità e la solidarietà e nessuno degli oltre 3000 internati subì mai alcuna violenza. E per questa ragione, solidale e umana, oltre 10 anni fa, ho individuato e scelto questo luogo. Il Cimitero internazionale dei Migranti darà dignità alla morte di tutti quelle persone(uomini, donne e bambini) che perdono la vita nei tragici naufragi e che vengono seppelliti, senza nome, in tanti piccoli sperduti cimiteri, quasi tutti calabresi e siciliani, che di fatto ne cancellano la memoria e ogni riferimento per i loro familiari dei lontani, poveri Paesi del mondo che non sanno dove andare un giorno a cercarli per poter portare un fiore e dire una preghiera. Il Cimitero dei Migranti di Tarsia cancellerà questa disumanità. Sarà intitolato al bambino siriano Alan Kurdi, morto in un tragico naufragio insieme alla giovane mamma Rehana e al fratellino Galip, nel settembre 2015, davanti le coste della Turchia e diventato suo malgrado il simbolo della immane tragedia dell’immigrazione. Il giorno dell’inaugurazione di questa grande opera saranno a Tarsia il papà e la zia paterna del bambino, che vive in Canada e con la quale sono in contatto da diversi anni”.
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