Il processo per accertare ipotetiche responsabilità sulla morte di Alessandro Marcelli, 58enne ingegnere di Cosenza, capo del Settore Infrastrutture e patrimonio delle Ferrovie della Calabria e anche direttore di esercizio della stazione sciistica di Lorica, non si farà. Lo ha deciso il gup, Letizia Benigno, in sede di udienza preliminare, pronunciando la sentenza di non luogo a procedere nei confronti dei quattro imputati a vario titolo, in ossequio alle nuove disposizioni introdotte dalla “Legge Cartabia” che assegna al giudice dell’udienza preliminare il ruolo di filtro delle imputazioni. Una nuova funzione per deflazionare il numero delle cause pendenti in giudizio. Nel caso di specie, il gup Benigno, valutando gli elementi d’indagine, esibiti dal pm Giuseppe Cozzolino in sede di richiesta di rinvio a giudizio, ha escluso “una ragionevole prevedibilità della condanna”. E così, su richiesta del qualificato collegio difensivo (formato dagli avvocati: Pierluca Bonofiglio, Mauro Valerio, Domenico Sorace e Francesco Siclari), il giudice ha pronunciato il non luogo a procedere nei confronti di Aristide Vercillo, ex amministratore di Ferrovie della Calabria, Pasquale Melito, Santi Monasteri e Alfredo Sorace.
L’inchiesta ricostruisce l’incidente mortale che si verificò il 23 gennaio del 2022, all’impianto di risalita “Valle del Cavaliere” a Lorica, in Sila. Marcelli morì compiendo fino in fondo il suo dovere, come faceva ogni giorno, con scrupolo, da quando la Regione aveva riaperto l’impianto. Il funzionario fu travolto da una cabina dell’impianto. Una tragedia che si verificò in una domenica mattina con tante persone in fila davanti all’ingresso per godersi una domenica sulla neve.
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