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I fondi europei e la responsabilità condivisa: "La fiducia nelle Istituzioni si recupera con l’utilizzo trasparente delle risorse"

La due giorni alla Camera di Commercio di Cosenza conclusa dal giudice costituzionale Buscema. Il presidente Klaus Algieri: «Il nostro ruolo è quello di preparare le imprese a ricostruire l’Europa»

Sono pagine di un libro che si sfogliano per raccontare quel sogno che fatica a realizzarsi. Dentro ci sono storie che s’impastano con altre storie e tutte insieme descrivono quella cicatrice aperta in un mondo che non trova pace. L’Europa attuale è una casa disfatta. Prima la pandemia, poi l’economia di guerra hanno alzato i muri e ingravidato il fiume del disagio. E la casa, ora, vaga alla ricerca di una identità forte, di una riconoscibilità, di un consenso. Klaus Algieri, presidente della Camera di Commercio di Cosenza, per due giorni epicentro nazionale di studi, formazione e informazione di disciplina continentale, ha indicato le coordinate da seguire, contenute nel manifesto del suo ente, modello internazionale di partecipazione democratica: «L’Europa va ricostruita, ma non può essere solo un’operazione da eseguire nei Parlamenti, tra i partiti. Certamente, è una responsabilità loro, devono avere una visione, una linea, un pensiero. Ma i corpi intermedi hanno il dovere di aiutarli a farli uscire dalla mediocrità, a spingerli verso l’obiettivo. Come? Partendo dal basso. La Camera di Commercio lo ha dimostrato spostandosi nei vari territori, andando verso le imprese e diventando cerniera tra istituzioni e mondo reale. Solo così si preparano le imprese a ricostruire l’Italia e l’Europa».

 

Il sipario cala sul forum dedicato al tema de “La tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea”, un evento che si è concluso con la consegna del folder filatelico dell’ente camerale ai relatori. Nella sala “Petraglia”, per due giorni, sono fiorite riflessioni, proposte e idee per trasformare in risorsa la spinta dell’Unione europea. Lo scenario è stato descritto dalle voci autorevoli di rappresentanti istituzionali come il giudice costituzionale Angelo Buscema, il procuratore regionale della Corte dei Conti della Calabria, Romeo Ermenegildo Palma, il procuratore regionale della Corte dei Conti della Valle d’Aosta, Quirino Lorelli, il Coordinatore delle Sezioni riunite della Corte dei Conti in sede di Controllo, Carlo Chiappinelli, il consigliere nazionale forense, Claudio Consales, il procuratore europeo delegato Eppo, Adriano Scudieri, il generale della guardia di finanza, Bruno Bartoloni, e il funzionario dello Spokesperson European Anti-fraud Office (Olaf), Pierluigi Caterino. Interventi che sono stati coordinati dalla segretaria generale dell’ente camerale, Erminia Giorno. Tanti semi messi a dimora nel solco tracciato dall’aratro della lungimiranza del presidente Algieri che ha ringraziato tutti, soffermandosi in particolare sul giudice Buscema che «ha dato a questo territorio la possibilità d’affrontare uno studio di qualità a livello nazionale ed europeo».

 

L’Unione europea cammina con passo lento e imbottito di sofferenza. La bussola che segna la rotta e le prospettive dell’Europa è il ragionamento del giudice Buscema che punta a ribaltare quell’idea dei cittadini che vedono nell’Ue un grumo sofferto di rancori, un altrove senza pace. Per questo, l’alto magistrato ammonisce: «Abbiamo la necessità di risvegliare il senso di appartenenza dei cittadini all’Unione europea. Dobbiamo, perciò, garantire una gestione trasparente delle risorse pubbliche affinché i cittadini e le imprese possano tornare a credere nelle istituzioni. Occorre, insomma, recuperare il senso di fiducia. Noi siamo cittadini dell’Unione Europea. I fondi sono risorse della collettività e devono essere utilizzati secondo uno schema responsabile e orientato al bene comune. Del resto, le risorse pubbliche provengono dai contribuenti ed è perciò fondamentale che questi fondi ritornino ai cittadini attraverso opere e servizi. C’è un quadro giuridico solido che tutela cittadini e imprese, strumenti che servono a rafforzare la coesione sociale ed economica. Naturalmente, contrastare le frodi e proteggere il bilancio dell’Unione europea non è una esclusiva responsabilità delle istituzioni ma rappresenta la sfida che coinvolge tutti noi affinché il denaro pubblico venga blindato nei recinti della legalità e gestito in modo efficace e trasparente. Servono poche regole ma garantite».

 

 

Palma: la frode è il tradimento dell'Ue

È come un virus, una pandemia che si diffonde senza alcun controllo. Ogni giorno si scopre un nuovo focolaio. La Calabria arde in mezzo alle fiamme delle frodi. Lo sa bene il procuratore regionale della Corte dei conti della Calabria, Romeo Ermenegildo Palma, che nel suo intervento ha acceso i riflettori sul problema delle patologie che si manifestano nelle procedure dei finanziamenti: «Nel territorio regionale, nell’ultimo quinquennio, sono stati e sono oggetto di indagine il settore agricolo, quello delle energie pulite, dei contributi al Turismo, alla Ricerca e all’innovazione. L’ultima condanna alla restituzione delle somme acquisite in frode è di un importo considerevole: 7 milioni di euro. Ma se riflettiamo un attimo, la sanzione è la certificazione del fallimento degli obiettivi unionali. Il denaro dell’Ue è in funzione degli obiettivi di coesione e sviluppo. Nel momento in cui si creano le condizioni della frode è la stessa filosofia dell’impiego delle risorse unionali che viene tradita». Palma suggerisce di esplorare le procedure di gestione, strumentali all’utilizzo delle somme, tenuto conto che è «dal malfunzionamento e dalle patologie di quelle procedure che si arriva alle falle del sistema che determina la possibilità della frode». Palma avverte: «Ci sono volumi importanti di denaro del Pnrr e altrettante risorse che derivano dal Programma operativo Fesr-Fes 2021-2017. Il dato statistico non fotografa il successo e l’effettiva tutela degli interessi finanziari perché in nome della percentuale della spesa corriamo e ci dimentichiamo di regioni con Obiettivo uno, come la Calabria, e le lasciamo in un guado pericoloso perché mina la fiducia del sistema». Il ricorso all’esperienza delle Università, secondo il procuratore, può essere infine una soluzione a km 0 per migliorare la qualità della progettazione.

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