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Cetraro, le nuove gerarchie criminali vengono stabilite a colpi di pistola

Tramontato il potere assoluto del vecchio boss Franco Muto, le giovani leve che si contendono la gestione del territorio chiudono con l’uso delle armi i conti col passato

La droga e il pizzo sugli appalti continuano ad essere sul litorale tirrenico cosentino i principali canali di approvvigionamento della ’ndrangheta. Strumenti essenziali per rimpinguare i granai della criminalità. L’epicentro delle attività rimane ancora Cetraro. Il piccolo comune portuale che fino a qualche anno fa era regno incontrastato di Franco Muto, il re del pesce. Muto ha costruito un impero basato su traffici di droga, estorsioni e una rete fitta di connivenze che hanno permesso al clan di prosperare per anni e di infiltrarsi nel tessuto economico e sociale. È oggi ai domiciliari mentre il Comune di Cetraro è impegnato da un paio di mesi a confiscare i beni degli appartenenti al clan in un procedimento complesso che dovrebbe concludersi in qualche mese. Sul litorale nel frattempo è tornata la violenza come mezzo per imporre il predominio sul territorio.
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