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San Giovanni in Fiore, il comitato "La cura": positivo l'arrivo di nuovi medici cubani

«L’arrivo di nuovi medici cubani nell’ospedale civile di San Giovanni in Fiore è al momento un fatto positivo». Lo dichiara in una nota il comitato civico “La cura”, che precisa: «Accogliamo bene l’innesto di queste risorse umane, che per un tempo limitato contribuiranno a tenere in vita servizi essenziali in un contesto già fragile. Tuttavia, non si tratta di una risposta strutturale alle criticità e ai bisogni delle aree montane».

«I medici cubani – precisa il comitato – sono professionisti qualificati, ma operano con contratti a termine all’interno di una rete ospedaliera che, definita nel 2010 con l’avvio del commissariamento governativo della Sanità calabrese, si è rivelata inadeguata a garantire il diritto alla salute nei territori montani».

«In quegli anni – si legge ancora nella nota – gli ospedali delle zone interne furono pesantemente smantellati. Le difficoltà attuali derivano anche da gravi errori dei governi nazionali sulla formazione e sul reclutamento dei medici. Gli effetti di quelle politiche sbagliate sono oggi sotto gli occhi di tutti».

«A breve – anticipa il comitato civico “La cura” – presenteremo una proposta di legge di iniziativa popolare che contempla l’istituzione di un’unica Azienda pubblica di gestione degli ospedali montani calabresi e la loro riconfigurazione in ospedali spoke, con l’obiettivo di garantire cure adeguate e tempestive alle popolazioni locali».

«Ci auguriamo che tutte le amministrazioni e le organizzazioni politiche e sociali delle aree montane, al di là delle singole appartenenze, scelgano di sostenere questa battaglia di civiltà. È il momento di mettere da parte le contrapposizioni e – conclude il comitato – di lavorare insieme per difendere il diritto alla salute, che rimane fondamentale».

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