Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Confermata in Appello la condanna per Mario Occhiuto: tre anni e sei mesi per bancarotta fraudolenta

Senatore di Forza Italia accusato per il crac di una società che aveva amministrato fino al 2011

Mario Occhiuto

Non c’è ancora una fine per questa storia, sfiancata e sflilacciata nelle carte di una inchiesta su un presunto crac di un’attività imprenditoriale privata, la Ofin srl, società di progettazione immobiliare, fallita nel 2014 e della quale Mario Occhiuto era stato amministratore fino a tre anni prima.
La Corte d’appello di Catanzaro ha confermato la condanna in primo grado (pronunciata dal Tribunale di Cosenza), a tre anni e mezzo di reclusione, inflitta al senatore di Forza Italia. Trattandosi di reati che non riguardano il mandato politico e non rientra tra quelli per i quali è prevista la sospensione dall’incarico istituzionale. Dunque, la decisione dei giudici di secondo grado non metterà in alcun modo in discussione il suo scranno a Palazzo Madama.
La storia di questa ipotetica bancarotta da poco più di milioni di euro è tutta nelle carte dell’inchiesta firmata dalla Procura di Cosenza. Carte che racconterebbero la vita e la morte della società per la quale Mario Occhiuto aveva ricoperto gli incarichi di amministratore e legale rappresentante dal 15 ottobre del 1996 al 16 settembre del 2011, prima di essere eletto a Palazzo dei Bruzi e di dover cedere, quindi, il timone alla sorella, rimasta in sella fino alla dichiarazione di fallimento e già condannata dal Gup di Cosenza a un anno e quattro mesi (con pena sospesa e non menzione) col rito abbreviato.
La sentenza è stata successivamente confermata dalla Corte di appello di Catanzaro.
Il preteso crac al centro dell’inchiesta, esplorata nei due gradi di giudizio, sarebbe stato ricostruito dalla guardia di finanza di Cosenza attraverso la documentazione contabile.
I detective della Tributaria avrebbero rimesso in fila i presunti percorsi illeciti dei patrimoni societari che avrebbero attraversato l’imbuto della dispersione. Un distillatore finanziario che sarebbe stato utilizzato per selezionare i beni della “Ofin srl” avviata al fallimento in favore di altre due società riconducibili allo stesso ex sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto.
Il senatore forzista, che è difeso dall’avvocato Nicola Carratelli, al termine della sentenza di primo grado si era detto fiducioso nei successivi gradi di giudizio. E, soprattutto, aveva ribadito un concetto: «La mia fiducia e il mio rispetto nei confronti dell’autorità giudiziaria rimangono inalterati».

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia