
Due decessi per overdose. Avvenuti a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro. Due morti su cui la procura, diretta da Vincenzo Capomolla, sta svolgendo complessi accertamenti. La ragione? Nell’area urbana potrebbe essere stata commercializzata una partita di cocaina “tagliata” male. Roba scadente e letale immessa sul mercato da spacciatori senza scrupoli.
La “coca” è lo stupefacente al momento più diffuso nel capoluogo e nei comuni limitrofi: una dose costa in media da 60 a 80 euro e proviene dai fornitori del Reggino e del Napoletano. Nei mesi scorsi gli specialisti del Serd (Servizio sanitario pubblico che si occupa di dipendenze) avevano rilevato la presenza di “polvere bianca” frammista al Fentanyl, cioè alla droga che negli Stati Uniti sta facendo strage di consumatori. Il fenomeno, tuttavia, dopo una ventina di casi accertati non pare abbia fatto registrare ulteriori escalation. Potrebbe essersi trattato di un “esperimento” condotto dai narcos sui consumatori per testare gli effetti sulla dipendenza. Se la cocaina, infatti, provoca crisi di astinenza, aggiunta al Fentanyl raddoppia la dipendenza.
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