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Cosenza, il mistero di quei 35 milioni di euro destinati ad ampliare la rete fognaria

L’intervento, con fondi metà pubblici e metà privati, avrebbe dovuto risolvere soprattutto il problema di centinaia di famiglie che vivono in molte contrade della frazione di Donnici

Il dirigente del dipartimento Ambiente della Regione Calabria, Salvatore Siviglia, ad un recente convegno organizzato dall’Osservatorio amianto di Cosenza in cui si è parlato di politiche ambientali, a precisa domanda sull’argomento, ha detto che «i fondi destinati alla realizzazione della rete fognaria in molte zone periferiche del capoluogo non si sono persi. Ci sono. E verranno spesi».

Il progetto di cui parliamo è vecchio di oltre dieci anni e avrebbe dovuto consentire a diverse centinaia di famiglie di usufruire della rete fognaria abbandonando pozzi neri e quant’altro serve per eliminare le acque nere. Lo studio di fattibilità successivo alla delibera Cipe n. 60/12 (“Adeguamento tecnologico e funzionale delle opere di collettamento ed impianto di depurazione consortile dei comuni facenti parte dell’agglomerato Cosenza-Rende”) era stato redatto dall’ingegnere Arturo Bartucci. Coinvolti la Provincia di Cosenza (Ambito territoriale ottimale Calabria 1), Regione e Consorzio Valle Crati. Un finanziamento pubblico di 23,5 milioni di euro più altri 10,5 milioni di cofinanziamento privato (quota in project financing). Un bando (termine per inviare le domande il 23 marzo 2015) e appalto vinto dalla General Construction. Ebbene, sono passati oltre dieci anni e tra un rincorrersi di notizie di questi lavori e di quei soldi non si è più saputo nulla.
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