
La droga era nascosta sotto la statua della “Regina Pacis”. C’erano alcune dosi di hascìsc, marijuana e cocaina sull’altare votivo allestito, in via Popilia, sotto il portico di un palazzo. Stavano lì quelle sostanze, stavano lì ben confezionate e in attesa d’essere prelevate evidentemente dai tossici previo pagamento, in altra sede, al pusher di zona. Un espediente non da poco, congegnato, studiato, architettato non solo per evitare l’arresto (lo spacciatore intasca il denaro alla giusta distanza e indica al “cliente” il posto dove prelevare la “roba”), ma anche per limitare il sequestro di apprezzabili quantità di sostanze stupefacenti (nell’ultimo mese ne è stato sequestrato più di un chilo) da parte delle forze dell’ordine.
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