
Si è svolto nella mattinata di lunedì 22 luglio un incontro tra le segreterie aziendali di CISL FP, FP CGIL, UIL FPL, FIALS, Nursing Up e la direzione dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza per la presentazione del nuovo Atto Aziendale. Al tavolo erano presenti anche numerosi rappresentanti della RSU aziendale.
Durante il confronto, i sindacati hanno espresso forte preoccupazione per la grave carenza di personale sanitario, definita ormai cronica, con effetti pesanti sulla qualità dell’assistenza e sulle condizioni di lavoro. Una situazione destinata a peggiorare con l’arrivo dei mesi estivi, che richiederebbe – secondo le organizzazioni sindacali – interventi urgenti e strutturali, non più rinviabili.
Su richiesta delle parti sindacali, il direttore generale dell’Azienda ha annunciato l’istituzione, a partire dalla prossima settimana, di un tavolo tecnico per affrontare le criticità più pressanti. Tuttavia, i sindacati sottolineano come una risposta realmente efficace non possa prescindere da un coinvolgimento diretto della Regione Calabria.
“L’ospedale Annunziata di Cosenza è un hub strategico per l’intero territorio regionale – si legge nella nota congiunta – sia per dimensioni che per complessità assistenziale. Servono risposte politiche forti, non più rimandabili”.
Tra le questioni sollevate durante l’incontro, anche quella relativa ai buoni pasto per il personale turnista notturno, dopo alcune sentenze favorevoli ottenute da lavoratori. I sindacati chiedono l’immediato adeguamento del regolamento aziendale e il rispetto delle prerogative contrattuali. Criticità anche sul fronte delle graduatorie DEP, ancora non pubblicate in via definitiva, elemento essenziale per l’avvio del nuovo bando relativo al riconoscimento dei buoni pasto nel 2025.
In conclusione, le sigle sindacali lanciano un appello diretto al presidente della Regione, Roberto Occhiuto:
“È arrivato il momento delle scelte. Servono investimenti, assunzioni e rispetto dei contratti. Le continue assunzioni di medici, se non accompagnate da un rafforzamento del personale del comparto, non bastano più a garantire i livelli essenziali di assistenza. Il personale sanitario è allo stremo e non può più aspettare”.
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