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Caso botulino a Diamante, estubato uno dei pazienti in terapia intensiva. ISS conferma: “È un focolaio”. Sale a 9 il numero degli indagati

Resta invariato il numero complessivo dei ricoverati, attualmente 14, così distribuiti: 5 in TI, 3 in Pediatria e 6 nei reparti di Area medica

È stato estubato ed è tornato a respirare autonomamente uno dei due pazienti ricoverati in Terapia Intensiva all’ospedale Annunziata di Cosenza dopo l’intossicazione da botulino verificatasi a Diamante nei giorni scorsi. Un altro paziente, che aveva ricevuto nei giorni scorsi la dose di antitossina botulinica, nella mattinata di oggi ha lasciato la rianimazione per essere trasferito nel reparto di Medicina. Resta invariato il numero complessivo dei ricoverati, attualmente 14, così distribuiti: 5 in Terapia intensiva, 3 in Pediatria e 6 nei reparti di Area medica.

Intanto prosegue l’inchiesta coordinata dalla Procura di Paola, che ha iscritto nove persone nel registro degli indagati. L’indagine riguarda le intossicazioni da botulino dopo il consumo di panini con salsiccia e cime di rapa acquistati da un commerciante ambulante a Diamante. Le vittime dell’avvelenamento sono Luigi Di Sarno, 52 anni, di Cercola (Napoli), e Tamara D’Acunto, 45 anni, mentre altre 14 persone sono tuttora ricoverate a Cosenza.

Gli indagati

Tra gli indagati figurano l’ambulante che ha venduto i panini, tre responsabili delle ditte produttrici del prodotto contaminato e cinque medici di due strutture sanitarie del cosentino che avevano avuto in cura Di Sarno e D’Acunto prima del decesso. L’accusa ipotizzata, a vario titolo, è di omicidio colposo e lesioni personali colpose.

Le contromisure

L’Istituto Superiore di Sanità ha confermato, attraverso le analisi di laboratorio, la diagnosi di botulismo nei primi tre campioni prelevati ai pazienti giunti all’ospedale Annunziata di Cosenza. I risultati attestano la presenza del focolaio, già sospettato clinicamente nei giorni scorsi. Grazie alla tempestiva diagnosi di botulismo, l’Azienda ha potuto attivare, con prontezza tutte le procedure previste, richiedendo l’antitossina botulinica, disponibile presso il Ministero della Salute. L’intervento immediato ha consentito di somministrare il trattamento nei tempi utili, scongiurando conseguenze potenzialmente fatali per molti dei pazienti coinvolti.

 

 

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