
L’onda di piena del botulino si ritira lasciandosi alle spalle una scia cupa, imprevedibile, inattesa. Due morti e sedici ricoverati sono i numeri di una contabilità che ha generato enorme preoccupazione in tutta Italia. A un certo punto, il batterio è sembrato correre, ramificandosi ed estendendosi come l’acqua facendo prevalere un senso di smarrimento. Adesso, però, il cluster infettivo di Diamante sembra sotto controllo, non si segnalano nuovi casi. Regione e Asp hanno circoscritto il focolaio e i medici dell’“Annunziata” hanno attivato subito i protocolli sterilizzando l’aggressività della tossina.
Il direttore sanitario dell’Azienda sanitaria di Cosenza, Martino Rizzo, è anche uno dei principali esperti calabresi della lotta agli agenti patogeni (è past presidente regionale della Società italiana di Igiene e prevenzione) e si è fatto una idea precisa su quanto accaduto a Diamante: «Secondo me sono plausibili due ipotesi: o il prodotto contaminato non è stato ben conservato o si tratta di un alimento semilavorato che va mangiato previa cottura. Chi li consuma crudi rischia conseguenze. In questo caso, il prodotto finito all’attenzione della magistratura è presente sul sito dell’Istituto superiore di sanità fra i prodotti a rischio insieme, ad esempio, ad olive, funghi e tutto ciò che non è particolarmente acidificato, zuccherato o salinificato. Insomma, gli alimenti che non vengono conservati secondo i metodi che adottavano i nostri nonni. Oggi, però, è cambiato il modo di mangiare. Lo vediamo con le marmellate senza zucchero, una tecnica buona per la linea ma non altrettanto efficace per la conservazione dei prodotti».
Alimenti sempre più esposti a rischio contaminazione, dunque. Il botulino come sceglie la sua “casa”?
«Le sue spore possono anche resistere al calore fino addirittura a 120 gradi. Il batterio, invece, viene distrutto con la pastorizzazione o con la bollitura. Il botulino è un batterio particolare che quando trova delle condizioni negative, come può essere il frigorifero, dorme e che aspetta che si sviluppino condizioni idonee per moltiplicarsi. A Diamante, la quantità di tossine doveva essere molto alta visto che normalmente non tutti quelli che consumano un alimento contaminato vanno incontro a patologie gravi. Qui, ne ha colpiti 18. Ciò significa che il prodotto conteneva un quantitativo elevato di tossine».
Per evitare di star male, quale consiglio si può dare?
«Tutto quello che viene cotto e che viene cotto ad alta temperatura non dà problemi. Tutto quello che non è conservato non dà problemi. Il problema è nelle conserve, soprattutto, in quelle domestiche non etichettate. Bisogna guardare bene l’etichettatura e seguire le indicazioni. Se c’è scritto che il prodotto va consumato previa cottura, bisogna farlo. Anche con le conserve. Altra cosa da controllare è che nella confezione non si sia formato del gas all’interno».
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