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Botulino a Diamante, l'autopsia conferma le intossicazioni sulle vittime. A Cosenza sale a 17 il numero dei ricoverati

Restano sette i sieri anti-botulino iniettati

Le autopsie hanno confermato l’intossicazione da botulino per Tamara D’Acunto e Luigi Di Sarno, le due vittime calabresi del focolaio legato al consumo di panini con salsiccia e friarielli acquistati da un food truck a Diamante.

Gli esami, eseguiti dal pool di esperti dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e del Centro nazionale di riferimento per il botulismo dell’Istituto superiore di sanità, sono stati disposti dalla Procura di Paola: l’autopsia di D’Acunto si è svolta a Catanzaro, quella di Di Sarno a Lagonegro. Oltre alla conferma della tossina botulinica, è stato rilevato un indice di asfissia su entrambe le vittime e rinvenute tracce di cime di rapa, sulle quali verranno effettuati ulteriori accertamenti.

Alle operazioni hanno preso parte anche i consulenti nominati dalle parti, tra cui il medico Mirko Massimilla, in rappresentanza di alcuni dei sanitari coinvolti nell’indagine. L’inchiesta conta al momento dieci indagati: l’ambulante titolare del food truck, tre responsabili delle aziende produttrici, e sei medici delle strutture sanitarie del Cosentino che avevano avuto in cura le vittime. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive.

Due nuovi casi

Intanto, il focolaio registra due nuovi casi: due ragazzi di 17 anni sono stati ricoverati all’ospedale Annunziata di Cosenza per sintomi compatibili con il botulismo. Entrambi presentano un quadro clinico stabile e si trovano in osservazione nel reparto di pediatria.

Il totale dei pazienti ricoverati all’Annunziata sale così a 17: cinque in terapia intensiva (tre in miglioramento e due con condizioni più complesse), cinque in pediatria e sette nei reparti di area medica. Sono sette i sieri anti-botulino finora somministrati.

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