Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Cosenza, il parco delle Rimembranze è piombato nell’oblio più totale FOTO

Sorto nel 1939 come area verde dell’acquedotto del Merone è oggi aperto 24 ore su 24 ma frequentato soltanto da coppie che lo utilizzano come alcova del proprio amore

Il “parco delle Rimembranze” è tornato nell’oblio. Un destino amaro quello dell’area verde della collina Muoio, inaugurato nel 1939 a completamento del maniero dell’acquedotto del Merone. Nella prima decade degli anni Duemila è stato oggetto di un piccolo restyling ma i piani di rilancio sono rimasti soltanto su carta. Immediatamente dopo la sua riapertura, il giardino è stato coinvolto nelle iniziative legate al Festival delle Invasioni nel 2013. Prima invece ha ospitato la rassegna “Legami urbani”, nel 2007. Tutto intorno, però, il buio. In passato, l’associazione “Cosenza che vive” propose di far “adottare” a istituti scolastici alcuni monumenti della città. Il “Parco delle Rimembranze” fu assegnato alla scuola media “Fausto Gullo”. Nel tentativo di tenerlo pulito, inoltre, fu affidato il compito a un gruppo di giovani ex tossicodipendenti nell’ambito di un progetto di inserimento lavorativo avviato dal Servizio attività sociali. Tanti i tentativi compiuti per mantenerlo in auge, insomma, ma l’area verde è ciclicamente terminata nel dimenticatoio. Un autentico peccato specie perché attraverso il belvedere del maniero dell’acquedotto consentirebbe di godere di una vista eccezionale sulla città. Purtroppo, invece, ancora oggi si presenta triste agli occhi di chi l’osserva.
Il parco, che resta aperto h24 mediante l’accesso laterale, è frequentato perlopiù di notte da qualche giovane coppia, che sfrutta la scarsa illuminazione e la mancanza di un sistema di videosorveglianza per consumare il proprio amore lontano da occhi indiscreti, in un’alcova d’eccezione. Le tracce del loro passaggio emergono con chiarezza ad una prima sommaria perlustrazione dell’area, tra fazzoletti di carta, preservativi e le loro confezioni abbandonati sul selciato. Lungo i viali sono disseminati anche altri rifiuti di vario genere, depositati a terra anche in virtù del fatto che non vi è traccia di alcun cestino.
Le criticità presentate dal giardino sono davvero tante. Una è costituita dallo stato d’abbandono vissuto dai cipressi. Appartenenti alla famiglia dei cupressaceae, rappresentano la stragrande maggioranza degli alberi impiantati all’interno del recinto circa novantanni fa, quando su di essi sono state fissate delle targhette intestate ai caduti della Prima guerra mondiale. Oggi le piante si presentano visibilmente secche, complice un impianto di innaffiamento danneggiato e che pertanto non può svolgere il suo compito. Motivo per il quale gli arbusti nati per rendere perenne la memoria di tante vite spezzate stanno diventando sempre più secchi. Sono già abbondantemente spelacchiati, indicando uno stato di non buona salute. I rami potati sono ammucchiati all’interno delle piccole aiuole. A pochi passi dal cancello d’ingresso, poi, in un angolo in cui le erbe infestanti hanno modo di proliferare, si nascondono due tombini scoperti che costituiscono un rischio di pericolo serio per quanti si affacciano da quelle parti.
I segnali del totale stato d’abbandono sono dati anche dallo zampillo al centro del parco, ormai non funzionante da tempo immemorabile. Resta chiuso ancora oggi l’ingresso principale su piazza Michele Bianchi, sul lato destro del maniero dell’acquedotto del Merone. Forse anche la sua riapertura potrebbe contribuire a riabilitare la memoria del parco.

Digital Edition
Dalla Gazzetta del Sud in edicola

Scopri di più nell’edizione digitale

Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Leggi l’edizione digitale
Edizione Digitale

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia