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Rende, i rider di origine pakistana e il loro desiderio di integrazione

Se ne scorgono numerosi per la città e fanno soprattutto la spola tra i locali commerciali e l’Università, il punto nevralgico delle consegne data la presenza di migliaia di studenti

Nelle strade di Rende, città universitaria e cuore pulsante dell’area urbana cosentina, un nuovo volto della mobilità urbana si fa sempre più evidente: quello dei rider, spesso giovani uomini pakistani, che sfrecciano tra i quartieri con zaini colorati targati Deliveroo, Glovo, Uber Eats e altre app di food delivery.
Negli ultimi anni, Rende ha visto un aumento significativo della presenza pakistana, in particolare di giovani migranti arrivati in cerca di opportunità lavorative. Molti di loro si sono inseriti nel settore delle consegne, una delle poche porte d’ingresso nel mondo del lavoro accessibile a chi è appena arrivato, spesso con documenti precari e senza una rete familiare. Il lavoro del rider, seppur faticoso e spesso sottopagato, rappresenta per molti pakistani a Rende una possibilità concreta di guadagno. Le giornate iniziano presto e finiscono tardi, con turni che si estendono anche oltre la mezzanotte, soprattutto nei weekend. La presenza dei rider pakistani ha modificato la percezione dello spazio urbano.
Le piazze, i marciapiedi e le zone commerciali di Rende sono diventate punti di ritrovo e di attesa per le consegne. Alcuni locali hanno persino creato aree dedicate per facilitare il lavoro dei rider.
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