
Grande attesa questa mattina per i lavoratori dell’ex cantiere Presila, ancora formalmente dipendenti della società, nonostante la revoca dell’appalto da parte del Comune. Come previsto nell’incontro di ieri tra l’Amministrazione comunale, i sindacati e gli stessi lavoratori, oggi si svolgerà un importante confronto con la nuova ditta affidataria del servizio di raccolta rifiuti per tentare di trovare una soluzione condivisa sul recupero della forza lavoro.
Il nodo centrale resta la posizione della Presila S.p.A., che – forte delle misure cautelari ottenute dal Tribunale Fallimentare e del ricorso avverso l’ordinanza comunale di luglio – continua a rivendicare la titolarità del servizio, rifiutandosi di liberare formalmente i lavoratori. Di fatto, questa posizione sta bloccando l’applicazione della clausola sociale prevista per il cambio di appalto, e con essa, la continuità occupazionale.
Intanto, il quadro operativo è chiaro: Presila non è più la società incaricata del servizio nel Comune di Rogliano, revocata ufficialmente per le numerose penali comminate negli ultimi mesi a causa di una gestione aziendale ritenuta inefficiente.
Senza stipendio da giugno
I lavoratori, che hanno trascorso la notte nella sala consiliare del Comune attendono in trepidazione un segnale concreto: sono senza stipendio da giugno, non hanno ricevuto la 14ª mensilità, né alcuna garanzia sulla retribuzione di agosto. Nella riunione tenutasi nei giorni scorsi alla presenza dell’Amministratore di Presila, queste spettanze sono state nuovamente rivendicate con forza, ma senza esito.
L’incontro di ieri, che ha visto la partecipazione anche del legale incaricato dal Comune, ha evidenziato tutta la complessità di una vicenda che sta generando un muro contro muro giudiziario, le cui conseguenze gravano solo sui lavoratori. Il Comune, a cui è stato chiesto di applicare il potere sostitutivo, ha dichiarato l’impossibilità di farlo, poiché il contratto è formalmente cessato e la società non vanta più alcun credito ma ha dimostrato grande disponibilità a individuare una strada per uscire da questa imbarazzante situazione.
Si spera che il buon senso prevalga, restituendo dignità e stabilità ai lavoratori, molti dei quali padri di famiglia che hanno vissuto la peggiore estate della loro vita, senza reddito né certezze. In assenza di risposte concrete dall’incontro odierno, i lavoratori hanno annunciato la prosecuzione del sit-in a oltranza davanti al Comune.
Lo stato di agitazione è già stato proclamato dal sindacato, che ha anche sollecitato l’intervento del Prefetto di Cosenza con una nota formale dell’11 agosto, finora rimasta senza seguito. «Non sappiamo quando e come finirà questa vertenza – dicono i rappresentanti sindacali – ma una cosa è certa: non possono essere i lavoratori a pagarne il prezzo».
Il quadro della vicenda
Presila S.p.A. è una società a partecipazione mista: il 49% in mano a un privato, che esprime l’Amministratore Delegato, e il 51% suddiviso tra i Comuni della Valle del Savuto, incluso Rogliano.
Negli ultimi dodici mesi la società ha perso tutti gli appalti, inclusi quelli più storici, e secondo una Determina del Comune, rimarrà formalmente in vita fino al 2026, in attesa della definizione dei procedimenti giudiziari in corso.
Nel frattempo, le condizioni del cantiere di Rogliano sono drasticamente peggiorate: mancano i pagamenti, le attrezzature sono carenti, e il personale è addirittura privo – da inizio 2024 – della sorveglianza sanitaria obbligatoria.
Dopo ripetute segnalazioni e proteste, il Comune è intervenuto a luglio con un’ordinanza urgente affidando provvisoriamente il servizio a una nuova ditta, in attesa di verificare l’ammontare delle penali contestate a Presila.
Da quel momento è iniziato un calvario per i lavoratori: formalmente ancora dipendenti di Presila, ma senza alcuna attività, sono stati messi in ferie d’ufficio. Il contratto è stato successivamente revocato in via definitiva, ma Presila ha avviato ricorso contestando la legittimità dell’atto per via della procedura di concordato preventivo in continuità, con udienza fissata al prossimo 12 settembre.
Nel frattempo, la nuova ditta ha più volte chiesto – senza successo – la documentazione necessaria al subentro. Anche il tentativo di mediazione del 21 agosto alla presenza del Sindaco, dell’Assessore e dei vertici aziendali non ha prodotto risultati.
Presila, infatti, ha dichiarato l’indisponibilità di procedere ai licenziamenti e al pagamento degli stipendi arretrati, addebitando le responsabilità al mancato pagamento da parte dei Comuni. Dal canto suo, il Comune sostiene di non essere più tenuto a versare nulla dopo la cessazione del contratto, e che, per il mese di giugno, le penali rendono la società persino debitrice.
Appello delle parti
Serve ora un segnale chiaro. Il silenzio istituzionale – in primis della Prefettura – rischia di trasformare una vertenza amministrativa in una vera emergenza sociale.
«Chiediamo solo di tornare a lavorare, con dignità e sicurezza», dicono i lavoratori, mentre si preparano a nuove giornate di presidio e mobilitazione. Il tempo, ormai, è finito
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