
Si chiama pacemaker senza fili, o leadless, ed è una delle innovazioni più importanti della cardiologia moderna. Dal 2021 è disponibile anche nella provincia di Cosenza, dove non è più una novità sperimentale ma una procedura consolidata. Il primo impianto è stato eseguito con successo nell’agosto di quell’anno presso la Cardiologia dell’ospedale di Castrovillari, diretta da Giovanni Bisignani, aprendo la strada a una diffusione che ha coinvolto altre unità operative dell’ASP.
Il dispositivo, inserito per via percutanea attraverso la vena femorale e posizionato direttamente nel ventricolo destro, ha ridotto drasticamente le complicanze tipiche dei pacemaker tradizionali: infezioni, fratture o dislocazioni degli elettrocateteri, trombosi venose. Più piccolo e meno invasivo, offre un impianto rapido, sicuro e una durata della batteria che in alcuni modelli arriva a vent’anni.
Un traguardo di rilievo è stato raggiunto anche nello spoke di Corigliano-Rossano, dove la cardiologa Silvana De Bonis ha guidato l’impianto del pacemaker più piccolo al mondo, dieci volte ridotto rispetto a un dispositivo convenzionale. A Cetraro-Paola, sotto la direzione di Maria Teresa Manes, la metodica è ormai parte integrante delle cure, contribuendo a una rete cardiologica provinciale sempre più integrata.
L’ASP sottolinea che la scelta tra pacemaker tradizionale e senza fili spetta sempre al cardiologo, in base alle condizioni cliniche del paziente. La formazione di équipe mediche e infermieristiche, sostenuta da corsi e aggiornamenti specialistici, ha reso possibile una gestione autonoma e sicura della procedura.
Dall’agosto 2021 decine di pazienti hanno già beneficiato di questo progresso, registrando meno complicanze e un ritorno più rapido alla vita quotidiana.
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