
L'ultimo valzer con l'ermellino. Nicola Leone, giunto all'ultima inaugurazione dell'anno accademico del suo sessennio, traccia un bilancio di sei anni che segnano l’inversione del calo storico: «Iscrizioni a +26% e minore migrazione studentesca e maggiore attrattività. Sul fronte internazionale da sottolineare l'arrivo di quindici studiosi di rilievo (dal 1° ottobre anche il prof. Orazio Attanasio, da Yale, prenderà servizio a Rende. Quanto al radicamento da precisare il ruolo chiave del polo delle professioni sanitarie a Cosenza (500 studenti al chiostro di San Domenico)».
Per il futuro, avanzata la proposta di Policlinico vicino al campus, scelta «che sostituisce la Cittadella dello Sport e punta a integrare didattica, ricerca e assistenza». Il “progetto sanità”, altro passaggio sottolineato da Leone, conta 76 medici universitari in corsia, undici scuole di specializzazione in partenza (circa 200 specializzandi a regime) e tecnologie avanzate come il robot Da Vinci e quello per la neurochirurgia: 451 interventi hanno evitato viaggi della speranza. Leone, non ricandidabile per legge, lascia un ateneo che definisce «solido e riconosciuto dal territorio».
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