
I fiumi? Un patrimonio inestimabile per le città. E nel capoluogo bruzio ne scorrono addirittura tre, con il Campagnano che lambisce i confini di Rende e Castrolibero. Andrebbero valorizzati meglio, però, non solo affrancandoli definitivamente dalla fitta vegetazione, quanto anche considerandoli alla stregua di risorsa naturale ed economica, capaci di guidare lo sviluppo di un intero territorio.
Il Busento e il Crati, poi, oltre a rappresentare un elemento identitario, raccontano la storia di Cosenza, tra miti e leggende, nelle cui acque si specchia un borgo antico custode, anch’esso, di un passato glorioso, dove cultura e sapere hanno influenzato il pensiero moderno.
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