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A Castrovillari rassegna internazionale ricorda il regista palermitano Vittorio De Seta

Vittorio De Seta

Il 26 e il 27 ottobre, a Castrovillari, si svolgerà l’edizione 2018 della Rassegna Internazionale «Vittorio De Seta» di Documentari Etnografico.

Si tratta di una iniziativa promossa dalla Federazione Italiana Tradizioni Popolari in collaborazione
con la Pro Loco di Castrovillari.

La rassegna costituisce un omaggio al grande regista e documentarista che, nel corso della sua carriera, ha sempre mostrato particolare attenzione all’approccio etno-antropologico, diventando, di fatto, uno dei più importanti rappresentanti in Italia dell’Antropologia visuale che, come è noto, completa e perfeziona, attraverso le immagini fotografiche e cinetelevisive, le descrizioni nel passato realizzate soltanto con le parole. Vittorio De Seta, che a partire degli anni ’50 del secolo scorso ha documentato e analizzato numerosi aspetti delle culture popolari meridionali.

Sono da tempo definiti capolavori del cinema etnografico Lu tempu di li pisci spata, Isola di fuoco, Sulfatara, I dimenticati, Banditi ad Orgosolo, solo per citare alcuni titoli della produzione filmica di Vittorio De Seta (Palermo, 15 ottobre 1923 – Sellìa Marina, 28 novembre 2011). Si tratta di film che documentano i ritmi, i rituali e il lavoro che, negli anni ’50, cominciano ad entrare in crisi per il sopraggiungere dell’industrializzazione.

La FITP, istituendo la Rassegna sulla scia dell’insegnamento del grande cineasta, intende raccogliere e sostenere cortometraggi e produzioni video che raccontino il patrimonio culturale delle tradizioni di comunità italiane e straniere realizzato con la lente dell’Antropologia visuale. L’edizione del 2018, come si rileva dal bando di concorso, è a tema libero; l’invito è rivolto a tre categorie di partecipanti: professionisti o Istituzioni, dilettanti e gruppi di volontariato italiani, associazioni o singoli associati a organismi internazionali interessanti a valorizzare le culture popolari.

Un’apposita Giuria premierà le prime tre produzioni cinematografiche che sono riuscite a documentare dal vivo fenomeni e fatti culturali che costituiscono patrimoni etnografici attuali. La Giuria è composta da otto esperti in ambito etno-antropologico, cinematografico, giornalistico e tecnico: Prof. Mario Atzori,
Università di Sassari - Presidente Consulta Scientifica della F.I.T.P.; Prof. Ignazio Emanuele Buttitta, Università di Palermo; Prof. Roberto De Gaetano, Università della Calabria; Maria Pia Ammirati, Dirigente RAI; Aldo Patruno, Direttore Dip. Ec. Tur. Regione Puglia; Alfonso Samengo, Vicedirettore RAI Parlamento; Gabriele Cippolliti, Regista; Gianfranco Donadio, Università della Calabria; Andrea Simonetta, Presidente Centro Studi Memorandum F.I.T.P. (elaborazione piattaforma informatica della
Rassegna).

Alla Rassegna hanno partecipato 54 documentari provenienti da diversi Paesi; in base al regolamento sono stati ammessi 37 filmanti dai quali la Giuria, entro il 30 settembre, ne sceglierà 10 tramite un sistema informatico. Infine, dopo la proiezione pubblica dei 10 documentari finalisti, la stessa Giuria individuerà i primi tre da premiare nella cerimonia del 27 ottobre a Castrovillari.

In sostanza, si tratta di una Rassegna che apre la F.I.T.P. a nuove proficue collaborazioni con
Istituzioni, Associazioni e Organismi nazionali, Internazionali e singoli cineasti che lavorano nei vari territori per promuovere la documentazione delle culture popolari. In sostanza, si tratta di attivare uno stimolo che è rivolto a narrare con le immagini le tradizioni legate a contesti festivi, a raccontare e documentare storie individuali, familiari o comunitarie, a testimoniare la persistenza o i cambiamenti delle culture popolari nel quotidiano e nello straordinario. La Rassegna, quindi, non cerca l’arcaicità o i tratti originari del patrimonio folklorico, ma si propone di raccontare gli influssi che la «modernità» ha esercitato su riti e pratiche locali di fronte al contrasto con l’attuale sistema globalizzato. Pertanto, la Rassegna, sulla scia del maestro De Seta che, nelle ultime produzioni si è interessato anche al
contatto - non sempre dialogico - tra culture e tradizioni differenti (l’ultimo documentario è stato Lettere dal Sahara), si propone di porre al centro del dibattito anche il ruolo di veicolo di conoscenza, di scambio e di riconoscimento fra comunità italiane e straniere che il patrimonio folklorico sta assumendo negli ultimi tempi con il confronto sempre più ravvicinato e frequente tra le differenti culture.

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