Occupazione in aumento nei dodici mesi del 2017. In Calabria come nel Cosentino dove anzi il trend è pure migliore della media regionale: +1,4% che porta il dato al 41,5% totale. Lo racconta il Dossier L’economia in provincia di Cosenza. Dinamiche congiunturali e sistema del credito, 14esimo rapporto della Bcc Mediocrati stilato da Demoskopika.
Percorso inverso per il tasso di disoccupazione che cala pure In Calabria e nel Cosentino come nel resto d’Italia, ma da noi è decisamente più alto che nel resto della penisola. È quasi doppio: 11,2% a livello nazionale (nel 2017 calato di mezzo punto), 21,6% (-1,6%) in Calabria e 21,2% (-2,5%) nel Cosentino. Alla gelida impietosità dei numeri, gli studiosi della Bcc aggiungono parole inequivocabili, parlando di una «situazione occupazionale che a livello locale continua a essere critica».
Nel lungo periodo, dal 2004 al 2017, il numero degli occupati è progressivamente diminuito fino a raggiungere un calo di oltre 33mila unità (-14,3%), passando da 232mila a 198mila. Contestualmente, è sottolineato nel dossier, «le persone in cerca di occupazione aumentano sensibilmente di 26mila unità (+94,3%), portandosi a quota 53mila nel 2017. Con un balzo registrato tra il 2011 e il 2012 che mostra una situazione occupazionale compromessa, visto l’aumento repentino di disoccupati».
Terziario anzitutto
Il sistema produttivo cosentino, raccontano gli studiosi ingaggiati dalla Bcc, è «fortemente legato al terziario. Analizzando il flusso occupazionale suddiviso per ripartizione settoriale, emerge un’elevata quota di occupati nei servizi pari a 151mila unità nel 2017 (il 76% del totale).
Industria in picchiata
Nel lungo periodo c’è un calo in tutti i settori, con l’industria in testa: -33,9% pari a quasi 7mila unità. Andamento analogo per il settore delle costruzioni: -36,3% che significa una riduzione di 8mila unità. «Una grave flessione degli occupati – è sottolineato nel dossier – è stata registrata anche nel settore agricolo nel lungo periodo (-40,2%, ossia più di 13mila unità in meno), che passa da 33mila unità del 2004 a quasi 20mila nel 2017».
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