Ore delicate per i lavoratori delle Terme Luigiane, che vedono il loro futuro attaccato dalla totale incertezza. Aspettano segnali dalle parti interessate a questa vertenza, sebbene rimarchino che il mancato allineamento delle posizioni potrebbe innescare ricadute negative sui livelli occupazionali. Ma i 250 dipendenti degli stabilimenti termali non perdono lo spirito combattivo. Restano in stato di agitazione, pronti a manifestare i propri diritti e a far sentire la propria voce.
Una voce che dovrebbe riecheggiare anche tra quanti hanno investito a queste latitudini: la stagione termale pare essere compromessa. Se non si prenderanno decisioni imminenti, ci potrebbe essere il collasso delle attività imprenditoriali, con un grave danno al turismo termale.
La vertenza delle Terme Luigiane, riporta la Gazzetta del Sud in edicola, starebbe scoraggiando molti utenti, specie provenienti dalle altre regioni italiane e dall’estero. Questa incertezza sull’apertura degli stabilimenti potrebbe segnare forti percentuali in negativo. Al momento, negli alberghi di proprietà della Sateca l’attività di promozione e vendita dei pacchetti per gruppi di ospiti sarebbe ferma.
È questo il periodo in cui incentivare e confermare i vecchi canali di mercato, facendo leva su quelli già confermati. Ma questa situazione di stallo, con il licenziamento di 250 dipendenti, pare non dare le giuste risposte neanche agli utenti che si concentrano alle Terme per effettuare le cure e soggiornare non solo nelle strutture della Sateca ma anche in quelle nate nel compendio termale e nei paesi vicini. È tutto l’indotto che rischia di crollare a picco se non si interviene subito, tutta l’economia che potrebbe risentirne.
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