È una specie di chiamata alle armi per giovani e meno giovani. Laureati e diplomati. Si sono messi tutti in fila per un posto di lavoro. C'è gente da Milano, da Roma, da Napoli. Tutta l'Italia è ben rappresentata e c'è chi arriva persino dal Trentino. Alla fine saranno circa cinquemila ad entrare nell'hotel Domus di Rende individuato come luogo per la preselettiva.
Cinquemila per 10 posti in corsia da operatore sociosanitario alle dipendenze dell'Azienda ospedaliera di Cosenza. Uno su cinquecento ce la farà. Cinquemila aspiranti lavoratori che hanno un sogno nel cuore: rimanere felicemente incagliati nei nuovi ingranaggi occupazionali previsti dalla pubblica amministrazione. Contratto, stipendio, contributi, malattia, ferie. E tutto perfettamente in regola.
Un concorso, anzi un concorsone per titoli ed esami che alimenta speranze di lavoro. Il prolungato blocco del turn over, imposto dal piano di rientro “lacrime e sangue” della spesa sanitaria in Calabria, ha fatto lievitare il sogno occupazionale in una terra storicamente depressa dove in pochi anni sono spariti migliaia di posti. Occasioni di sviluppo naufragate in mezzo a una drammatica liturgia tra scioperi e promesse, illusioni e amarezze.
Ma non sarà facile per i cinquemila aspiranti sanitari arrivare fino in fondo. La selezione è solo alla fase iniziale dei quiz a risposta multipla. Sono previste tre sessioni al giorno da 45 minuti. Ciascuna prova è riservata a 150 candidati. Si andrà avanti così fino al 15 aprile.
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