Il professor Nicola Leone è il nuovo rettore dell’Unical e prenderà il posto del professor Gino Mirocle Crisci.
Un risultato importante. Chi ringrazia?
«Ringrazio tutti gli elettori che hanno partecipato al voto, contribuendo a scrivere un'altra bella pagina di vita democratica della nostra università. Una percentuale di afflusso altissima nonostante fosse la seconda votazione. Dimostrazione che tutta l’Unical ha voglia di partecipare e permane una forte affezione per la nostra istituzione. Un ringraziamento particolare va a coloro che mi hanno conferito la loro fiducia, sostenendomi attraverso il voto. Il risultato ottenuto è il frutto di un lavoro di squadra, di tanti che hanno creduto nel progetto e mi hanno disinteressatamente aiutato, da solo non ci sarei mai riuscito».
Primi passi?
«Credo ci sia bisogno di un messaggio di pacificazione per ritrovare una piena coesione dell’università. Saremo pronti ad accogliere il contributo di tutti quelli che vogliono lavorare insieme a noi per lo sviluppo dell’Unical. Da domani si volta pagina e anche alcuni attriti che ci sono stati nella campagna elettorale devono essere superati. Le campagne elettorali che caratterizzano la gestione di una realtà così complessa e articolata come un'università, generano in modo fisiologico frizioni. Ma ora è tempo di unire e non dividere: docente, personale tecnico amministrativo e studenti, insieme, dobbiamo trovare ciò che ci accomuna. E di certo ci accomuna il desiderio di contribuire allo sviluppo dell'Unical.
Adesso dobbiamo attuare quel cambio di passo del quale abbiamo tanto parlato in questi mesi, per dare un futuro roseo alla nostra università e a noi tutti che viviamo al suo interno. È l'ora di riscoprire l’orgoglio di appartenenza, un forte senso di comunità in cui ciascuno si senta parte attiva di una missione importante e sia disponibile a fare un mezzo passo indietro per favorire il bene collettivo e per far sì che l'istituzione ne faccia uno avanti. Lavoreremo per rilanciare la nostra università. Non si parte dalle macerie, ci sono tante cose buone sulle quali possiamo costruire la nuova Unical, tante le eccellenze in tutta l'università. E tutti insieme ce la faremo. L'Unical deve incarnare la sua missione originaria, che la vedeva riferimento e orizzonte di speranza per le famiglie e per tutta la nostra società calabrese».
Progetti?
«Tanti. Ci impegneremo nella didattica per realizzare un'offerta formativa pienamente al passo con i tempi, e nella ricerca, di base e applicata, proiettando l’Unical ancor più in una prospettiva internazionale. Dobbiamo contrapporci al rischio di marginalizzazione della nostra regione rilanciando e rivendicando il ruolo culturale e sociale del nostro Ateneo. Credo sia necessario, a questo fine, rendere più saldo il senso di appartenenza alla nostra istituzione tramite una forte mobilitazione di energie intellettuali e un rinnovato impegno plurale e unitario.
Da un lato, l’Unical dovrà proporsi sempre più come un modello integrato per lo sviluppo sostenibile del territorio, in cui ricerca, innovazione, formazione e responsabilità sociale possano concorrere alla competitività e al miglioramento della qualità della vita e dell’ambiente; da un altro lato, trasparenza, responsabilità e innovazione dovranno orientare le strategie in ambito didattico, di ricerca e di terza missione, ambito in cui l'Unical dovrà essere ancora più presente sul territorio operando sinergicamente con le istituzioni calabresi. Ogni scelta che opereremo sarà tesa alla valorizzazione delle capacità di tutti i soggetti coinvolti (docenti e personale tecnico-amministrativo, ma anche studenti, famiglie, istituzioni, imprese) e guidata da un forte senso di responsabilità istituzionale».
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