È tempo di primi bilanci. Da circa quindici giorni è iniziato il consueto appuntamento con i saldi estivi, i primi post-pandemia senza alcuna restrizione in cui i consumatori possono muoversi liberamente senza ingressi contingentati ed uso di mascherine nei negozi: un elemento che forse porterà molte più persone a scegliere di acquistare in luoghi fisici anziché online. Ma la corsa ad accaparrarsi l’“affare” difatti non c’è stata. Guerra, tensioni sulle materie prime, caro bollette, inflazione, numero di contagi elevato e ora anche il rischio di una crisi politica frenano l’economia e la propensione al consumo. Le famiglie sono in forte difficoltà e con limitata capacità di spesa per cui comprano lo stretto necessario. La fotografia non è confortante. Negozi semi deserti con curiosi che entrano ma poi non comprano. Sono poche le persone che dall’inizio degli sconti passeggiano con gli acquisti. «Il ritorno alla normalità post-pandemia avrebbe dovuto spingere in alto le vendite – commenta un commerciante. Invece pesa l’incognita sulla propensione di spesa delle famiglie, spaventate dal caro-bollette e dallo spettro di nuovi aumenti delle materie prime in autunno. Una situazione peggiore rispetto quella di un anno fa. Tra le cause sicuramente ci sono anche i troppi contagi da Covid provocati dalle varianti Omicron e il caldo eccessivo» – aggiunge. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza