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Cosenza, la crisi costringe i commercianti ad aumentare i prezzi. "Altrimenti chiudiamo"

Fiorino Fiorentino ha un negozio in cui vende cartoleria, oggetti grafici e per disegni artistici ed è molto angosciato: «La vedo nera. Nel mio caso poi so che sarà difficile con la crisi che le persone vengano a comprare oggetti che non sono di prima necessità. Sono aumentate molto le materie prime e sono costretto ad aumentare i prezzi dei miei prodotti ma di poco. Lo Stato potrebbe aiutarci». «Costretti ad aumentare i prezzi oppure a chiudere». E’ lo sfogo dei commercianti cosentini che, vessati dai rincari delle bollette, si trovano in un momento di grande difficoltà. La crisi picchia dura e le piccole attività economiche sono le prime a risentirne. L’aumento dei prezzi penalizzerà anche i consumatori. Ma come reagiscono gli esercenti di una città del Sud? L’AGI ne ha parlato con i titolari dei negozi di Cosenza.

Alessandro Vernì ha aperto da meno di due mesi un locale nel settore della ristorazione ed è già afflitto dai rincari: «La mia bolletta della luce è aumentata da 800 euro a 2400 circa. Sono preoccupato, ma al tempo stesso ho fiducia nel nuovo Governo e spero che Giorgia Meloni mantenga le promesse e ci aiuti. Anche io - ha detto risposto - sono costretto ad aumentare i prezzi per sopravvivere ma di poco. Ecco perchè non ho paura di perdere il cliente».

Pamela Franco, che è proprietaria di una yogurteria in centro, dopo aver ricevuto e pagato le bollette della corrente elettrica di agosto e settembre, è preoccupata: «Costi triplicati. La bolletta della luce era di circa 700 euro al mese, adesso paghiamo tra le 1800 e le 2000 euro mensili». E ha aggiunto: «Siamo costretti ad aumentare i prezzi anche perchè sono aumentate le materie prime e anche questo mi costringe a dover aumentare i prezzi. Tutto ciò ricade poi sul cliente. Ma non abbiamo altra soluzione. O aumentiamo il costo dei prodotti - spiega - oppure siamo costretti a chiudere. Lo Stato non ci ha dato un’alternativa. Chiediamo che il Governo intervenga e aiuti tutti e non solo le imprese o le attività commerciali. Ma deve aiutare tutti a partire dal padre di famiglia che presto non potrà più permettersi un gelato o una pizza. Questo, poi, avrà ricadute su di noi».

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