La crisi sta spostando il nostro mondo su un piano diverso, sempre più inclinato. La vita è ridotta a una ragnatela di trame che convergono tutte verso il medesimo bisogno di denari per la spesa alimentare, il medico, il meccanico, la scuola dei figli, la benzina, il gas, la luce. Pensiero costante, passione, quasi ossessione la contabilità in quelle case dove entrano sempre meno quattrini perché l’inflazione continua a mangiarsi il potere d’acquisto delle famiglie. Gli ultimi dati Istat di gennaio su febbraio rivelano un nuovo rialzo dell’inflazione. Il dato annuo di Cosenza è pari a +1% contro il valore medio nazionale che si ferma, invece, a 0,8%. In un anno, una famiglia cosentina ha sborsato 177 euro in più di spesa aggiuntiva, secondo le stime dell’Unione nazionale consumatori. Certo, appare inutile la ricerca di numeri ed equazioni per provare a dimostrare l’algoritmo della sofferenza. L’accelerazione del ritmo di crescita riflette, inevitabilmente, l’andamento dei prezzi dei beni energetici regolamentati, la cui flessione su base tendenziale risulta, a gennaio, attenuata a causa dell’effetto statistico nel confronto sfavorevole col il dato di gennaio 2023.
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