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Mongrassano, Gloria Tenuta e il lavoro: «Mai mollare». Parla la manager dell'azienda visitata da Mattarella

Una donna forte e poliglotta. È a capo di un’azienda di profilo internazionale immersa tra le colline della Media Valle del Crati. Non ci sono intorno grattacieli, centri direzionali e strade ingolfate dal traffico, ma terre fertili accarezzate dal vento dolce che risale lungo il corso del fiume planando sulle pianure.
Si chiama Gloria Tenuta, è sposata, ha due figli e guida la “Gias” di Mongrassano, azienda con un fatturato annuale milionario, fondata dal padre, Antonio. Il Presidente della repubblica, Sergio Mattarella, appena messo piede in Calabria è andato a visitare questo “gioiello” della filiera agroalimentare italiana. «Una persona molto cordiale che ci ha riempito di gioia» spiega la dirigente d'impresa diventata Cavaliere del Lavoro nel 2018. Nelle sale aziendali compare una scritta: “Basta guardare”. È la mozione ideale lasciata dal fondatore. «Ho voluto che questo pensiero fosse visibile sempre» spiega la manager «perchè funzionasse da monito anche nei momenti pù difficili, per non scoraggiarsi».
La pandemia è stata uno di questi momenti, ma alla “Gias” s’ è continuato a lavorare in assoluta sicurezza, con il piglio di sempre. «“Basta guardare” compare pure nelle stanze dei miei due figli perchè sappiano che c’è sempre una possibilità da esplorare per non mollare e andare avanti. Loro hanno studiato fuori, fatto esperienza in Italia e all’estero e adesso sono qui».
Se questa donna non fosse una affermata imprenditrice sarebbe il condottiero di un esercito. Lavora anche 16 ore al giorno, ininterrottamente. E la porta del suo ufficio è sempre aperta per i dipendenti, che di lei si fidano.
Chi era suo padre?
«Veniva da una famiglia di agricoltori, non era figlio di industriali. Aveva studiato, lavorato in banca, era un visionario che applicò quanto appreso negli studi per inventare e sviluppare la sua “creatura” . Era un uomo curioso, che scopriva, sperimentava, s'interrogava e non è un caso che abbia creato tutto questo in una landa deserta. Siamo qui da 55 anni».
Lei è nata in questa azienda?
«Si, ci sono stata sin da bambina anche se poi ho vissuto da girovaga. Nel senso che ho frequentato le scuole a Corigliano, poi a Cosenza e, infine, mi sono diplomata al liceo linguistico gestito dalle suore orsoline a Cortina d’Ampezzo. Sembra strano (sorride) ma è stata una esperienza importante: non ero lì per sciare ma per studiare.»
E poi è tornata a prendere servizio alla “Gias”?
«Macchè, mi sono iscritta all'università di Bologna, città gradevolissima da vivere, piene di allegria e di interessi culturali. Ho seguito il ciclo di studi, laureandomi nei tempi giusti in Economia e Commercio e sono tornata in Calabria. Volevo inizialmente impegnarmi in azienda e per un periodo l’ho fatto, poi, però, ho deciso di fare altre esperienze lavorative e di studio: sono stata a Milano e negli Stati Uniti. Ho lavorato come consulente per la Kpmg e frequentato l'università di Warton a Philadelfia, in Pennsylvania. Volevo farmi le ossa, contaminarmi, è stata una scelta precisa».

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