Difficile azzardare paragoni o tentare paralleli tra varie competizioni elettorali, specie quando queste riguardano il territorio. Alle scorse amministrative per la scalata a Palazzo dei Bruzi, ad esempio, il Movimento 5 Stelle, che a un certo punto abbandonò il tavolo delle trattative allestito inizialmente insieme al Pd, racimolò, nelle urne, il 4,2%, sceso in campo a sostegno della candidatura di Bianca Rende, mentre alle Politiche di domenica è risultato il primo partito in città, andando oltre le diecimila preferenze al Senato e le undicimila alla Camera.
Ma erano già iniziate le operazioni di rilancio, in casa dei grillini, dietro la spinta propulsiva impartita dall’ex Premier, Giuseppe Corte, oggi leader dei Pentastellati, che nel capoluogo bruzio, come in tutta la Calabria, è sbarcato più volte proprio allo scopo di seminare quell’entusiasmo registrato agli albori del movimento. E dire che in Consiglio comunale, a Cosenza, i grillini non hanno rappresentanza istituzionale, acquisita successivamente attraverso l’ingresso, nella giunta targata Franz Caruso, dell’assessore Veronica Buffone.
Nella coalizione allestita in appoggio ad Amalia Bruni alle Regionali, invece, totalizzò il 6,7%, rimanendo comunque un partito vivo, tanto da riaccarezzare, adesso, il sapore dolce della rivalsa, in riva al Crati, trainato dalla performance di Anna Laura Orrico, innanzitutto, capace di incassare il 40,35% dei suffragi e staccando un altro tagliato per il Parlamento. Si è confermata compagine politica ben radicata sul suolo bruzio anche Forza Italia, indissolubilmente legata, a queste latitudini, al governatore calabrese, Roberto Occhiuto, e al fratello Mario, fresco di elezione a Palazzo Madama, sindaco per due legislature ed espressione diretta del partito di Berlusconi.
Al Senato ha superato Fratelli d’Italia, i vincitori assoluti di questa chiamata al voto per i cosentini, molto più propensi a recarsi nei seggi rispetto al resto della regione, dove l’affluenza è risultata tra le più basse del Paese. La forbice tra meloniani e azzurri si è assottigliata ulteriormente in confronto alle scorse Regionali, ma non poteva essere altrimenti considerato lo schiacciante risultato ottenuto su scala nazionale da Fratelli d’Italia, secondi, in città, dietro ai Cinque Stelle nella griglia del Senato e quarti alla Camera. Nel panorama cittadino da registrare, poi, un lieve calo della Lega, che, forse, ha risentito un tantino del dibattito interno scaturito nell’ambito del medesimo schieramento, nonostante il Carroccio abbia piazzato solide basi nel capoluogo e in provincia, spedendo a Roma il capogruppo in Consiglio regionale, Simona Loizzo. Il 3,87% al Senato e il 5,75% alla Camera indurranno sicuramente la classe dirigente a una riflessione.
Intenzionata ad analizzare in modo approfondito l’esito delle urne anche la componente gravitante intorno al Partito democratico, che a Cosenza ha tenuto bene la scena nonostante la curva decrescente registrata dal centrosinistra nelle varie aree della Calabria. Incassando una migliore postazione in graduatoria al Senato rispetto allo stesso partito di Fratelli d’Italia, il Pd ha puntato su una tradizione oramai ampiamente acquisita in territorio bruzio, ma probabilmente neppure nella segreteria democrat si aspettavano il balzo in avanti compiuto dai Cinque Stelle, mettendo in conto, invece, la probabile escalation del centrodestra.
Non è un caso se dal quartier generale del Pd oggi parlino di risultato soddisfacente e di un partito notevolmente rinnovato negli organismi e nel modo di approcciare le sfide del futuro. Dopotutto il Pd ha contribuito fattivamente all’elezione di Franz Caruso a sindaco di Cosenza, reduce pure da un congresso provinciale che ha affidato le chiavi della Federazione al giovane Vittorio Pecoraro e unificato in un solo circolo i precedenti cinque avamposti cittadini.
Ma ha comunque perso terreno, mentre si affaccia, sulla scena cosentina, il neo movimento di Calenda e Renzi (Azione-Italia Viva), che con il suo 4,95% alla Camera e al 4,40% al Senato ha quale obiettivo quello di risucchiare qualche altro punto percentuale proprio agli schieramenti maggiormente radicati sulla piattaforma bruzia.
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