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Civita e Saracena, precari in assemblea permanente chiedono la stabilizzazione

Striscione di protesta contro il precariato
Striscione di protesta contro il precariato

I lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità in servizio nei comuni di Civita e Saracena hanno proclamato lo stato di agitazione.

Una deroga al Piano delle assunzioni e la storicizzazione delle risorse da parte del governo per sbloccare la situazione l’obiettivo da raggiungere. È quanto chiede ai vertici governativi con una nota il sindaco di Civita, Alessandro Tocci, per il tramite del prefetto di Cosenza, Paola Galeone, per tutelare il lavoro di Lsu e Lpu.

Il primo cittadino arbëresh ha altresì reso noto lo stato di agitazione in assemblea permanente proclamato dagli ex Lsu/ Lpu che prestano la loro opera presso il Comune di Civita e che rivendicano, dopo circa venti anni, la fine del loro stato di precarietà e la certezza del futuro occupazionale mediante la stabilizzazione.

«L’amministrazione comunale – sottolinea il sindaco - sarà al loro fianco in quanto il lavoro è un diritto di tutti e, soprattutto, per chi, dopo anni di precarietà, vede ledere la propria dignità».

Sulla vicenda dei precari calabresi interviene anche il Partito democratico di Saracena. Il segretario dei democrat, Cristiana Viola, esprime vicinanza e solidarietà ai 4500 lavoratori ex Lsu e Lpu calabresi e, in particolare, ai 29 che operano nel Comune di Saracena considerati «pezzi importanti, fondamentali per il buon funzionamento della macchina amministrativa che garantiscono, attraverso la loro attività, servizi essenziali alla comunità». Viola si auspica che il governo centrale proceda con lo stanziamento dei 50 milioni e che «smetta di temporeggiare e di rilasciare dichiarazioni senza valore».

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