Per adesso gli unici veleni che affiorano dall'acqua sono di carattere politico. Tossine che riportano a galla i miasmi di una campagna elettorale senza fine e che continuano a produrre scontri tra fazioni con passaggi a vuoto e teorie complottiste. La miccia a combustione rapida era stata innescata dal presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, con la denuncia documentata di valori di inquinamento dell'acqua potabile di Cosenza superiori alla norma, principalmente, in alcune fontane pubbliche della città. Un allarme che ha prodotto, inevitabilmente, ore d'angoscia con decine di telefonate di cittadini preoccupati ai centralini di Palazzo dei Bruzi. Il Comune, dopo la secca smentita dell'assessore Francesco Caruso ha deciso di procedere per legge contro il senatore grillino. Stavolta, la ferita lasciata sul costato dell'amministrazione comunale dalle parole degli avversari politici di sempre appare, evidentemente, troppo profonda. Ed è stato lo stesso sindaco, Mario Occhiuto, a preannunciare via social la querela nei confronti del parlamentare del M5S. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud in edicola, edizione di Cosenza