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Rende, le opposizioni bocciano la “rivoluzione” del Psc

Il nuovo documento non convince i consiglieri della minoranza Sandro Principe e Mimmo Talarico

Uno scorcio di Rende

Una rivoluzione urbanistica, qualcuno l’ha definita. Le anticipazioni di Gazzetta sulle possibili “rivisitazioni” inerenti il Psc ed il Piano delle alienazioni ha aperto un dibattito cittadino inatteso, per certi versi. «Dalla lettura traggo la conferma di due considerazioni, più volte esternate da noi riformisti in questi tristi anni di decadenza della nostra città», dice ad esempio Sandro Principe. La prima consiste nella conferma che le «amministrazioni riformiste hanno realizzato per la comunità rendese un grande patrimonio del valore di centinaia di milioni di euro, che va valorizzato al meglio e non disperso, con operazioni opache come quella che l’attuale giunta si appresta a fare su Piazza Matteotti», afferma l’ex sindaco. Dello stesso avviso anche Mimmo Talarico che è stato anche assessore all’Urbanistica. «A chi giova la nuova politica urbanistica rendese e a quanto ammonterebbero le manovre speculative in atto?», si chiede l’attuale capogruppo di Attiva Rende.

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