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Rende, lo spettro dell’abusivismo si agita su 20 anni di sviluppo urbanistico

La variante al Prg del 2001 non è stata mai approvata dalla Regione

Uno scorcio di Rende

Altro che accelerazione e “nuovo slancio” per il Piano strutturale comunale. Tutto ciò che, in queste settimane (ed in questi anni) si è detto, discusso, polemizzato viene drasticamente bypassato da una notizia, ancora non ufficiale, secondo cui il preliminare del Psc comunale, approvato a maggio 2019, è tutto da rifare. Bocciato. O, se vogliamo utilizzare le parole precise del Dipartimento Urbanistica regionale, è «irricevibile». Non solo: la Regione, da un documento esclusivo della Gazzetta, del 14 luglio 2020, emergeva chiaramente che «essendo urbanisticamente inefficaci le varianti al Prg approvate in difformità ai dettami di legge, ed essendo non coerenti le scelte pianificatorie operate prendendo a riferimento tali strumenti, si configurano come abusive le opere realizzate anche a seguito di regolare rilascio di tiolo edilizio». Ragion per cui «si chiede al Rup ed ai progettisti la revisione generale delle tavole grafiche di pianificazione». Come dire: tutto ciò che dal 2001 ad oggi è stato costruito è da ritenersi abusivo. Un pugno allo stomaco, per Rende. E per tutti gli amministratori che, in questo lembo di anni, si sono alternati alla guida dell’ente.

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