L’agenda urbana fa discutere. L’accelerazione di Manna e dell’approvazione in Giunta, le proposte della Fed riformista e dei principiani ed il “marchio” di approvazione pervenuto dall'europarlamentare Laura Ferrara hanno riacceso l'infinito dibattito. «L’esigenza di rimodulazione dei fondi dell’Agenda Urbana è già stata trattata oltre un anno fa pur sempre nel rispetto delle finalità delle misure previste dal POR 2014-2020. Il ritardo – le cui responsabilità sono esclusivamente politiche a livello locale e regionale – nella progettazione, nella programmazione e poi nell’esecuzione degli investimenti e la successiva emergenza pandemica, sanitaria prima ed economica e sociale subito dopo, hanno determinato una riflessione critica all’interno della stessa maggioranza governativa», scrive in una nota Pierpaolo Iantorno, ex assessore rendese. Appare evidente, per lui, «che buona parte dei fondi di natura straordinaria sono di fatto finalizzati e così destinati a investimenti ordinari e, come tali, non rispondenti a criteri di riproducibilità e sostenibilità». E svela un retroscena: «Di concerto con il sindaco, la giunta e la maggioranza consiliare tutta, è stato a suo tempo deciso, nelle more dell’espletamento di tutte le attività burocratiche e amministrative comunque necessarie all’avviamento, di rivedere almeno la parte relativa all’efficientamento energetico pari a 7,5 milioni di euro quasi la metà dell’intera spettanza del Comune di Rende».
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