«Guardie mediche, serve una immediata risoluzione per superare in modo definitivo i disservizi che si stanno verificando nelle aree interne della provincia di Cosenza e soprattutto nei centri dell’entroterra della Sila greca. L’Asp di Cosenza ha, infatti, deciso di sopprimere molti centri di assistenza sanitaria notturna che per alcuni paesi rappresentano l’unico approdo per le emergenze. Mancano medici. Eppure c’è una legge speciale, il famigerato Decreto Calabria bis, che tra le tante sciagure prodotte – tra le quali quella di aver prorogato e intensificato la fase commissariale della sanità calabrese - ha messo, però, dei soldi a disposizione della nostra regione. Ben 12 milioni di euro, per il solo 2021, che sarebbero dovuti servire ad assumere personale sanitario, oltre a quello necessario per l’emergenza pandemica, per far fronte alle tantissime carenze croniche di cui soffre da decenni il nostro sistema sanitario. Nonostante questo si è verificato l’ulteriore e deprecabile vulnus della chiusura delle Guardie mediche al quale bisognerà subito porre rimedio». È quanto dichiara il consigliere regionale e presidente del Gruppo UDC nell’assemblea di Palazzo Campanella, Giuseppe Graziano, facendo sua e rilanciando la denuncia dei cittadini di Longobucco che da settimane, ormai, a causa della chiusura del servizio di Guardia Medica sono costretti a spostarsi in altri centri del territorio per accedere ai servizi medici notturni.
«È inaccettabile – precisa Graziano – che nonostante ci siano risorse disponibili non si riescano a spendere per far fronte alla grave emergenza sanitaria in atto. E pagarne le conseguenze maggiori sono, ovviamente, i cittadini delle periferie. È vergognoso che la pomposa struttura sanitaria pubblica calabrese abbia lasciato senza assistenza molti centri dell’entroterra della Sila Greca chiudendo le Guardie mediche. È il caso degli utenti di Longobucco che per una qualsiasi esigenza devono spostarsi su Cropalati. Così come anche è inaccettabile che, ancora, a distanza di mesi non si riescano ad assegnare i medici di base a paesi come Caloveto e Paludi. Ma il management sanitario cosa fa? E tutto questo avviene in una situazione infelice nella quale l’unico ospedale di riferimento, quello di Rossano, è stato trasformato in Polo Covid, mentre l’altro ospedale periferico di Cariati continua a rimanere inspiegabilmente chiuso. I cittadini davvero non sanno cosa fare anche per un banale raffreddore. Siamo all’assurdo. Questo, quando ci sono i medici di base locali che hanno dato diponibilità a fare il servizio ma anche tantissimi giovani e bravi professionisti calabresi che potrebbero essere impiegati dando un servizio essenziale alla loro comunità».
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