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Corigliano Rossano, a due anni dal referendum fusione fa rima con delusione

In attesa della sentenza del Tar sull’unione dei due ex Municipi cresce il malcontento

Una seduta del Consiglio comunale di Corigliano Rossano

In attesa della data del prossimo dieci novembre, quando si svolgerà davanti al Tar il merito del ricorso presentato da alcuni cittadini sulla fusione, la voglia di “scissione” fa proseliti in lungo e in largo, tanto a Corigliano quanto a Rossano, e se ne parla anche in consiglio comunale. La fusione, dopo due anni e mezzo dimostra, in tutta la sua drammaticità, l’approssimazione con cui è stata realizzata. Cotto e mangiato, come si direbbe in ambito culinario e né i rossanesi né tantomeno i coriglianesi si sono resi conto di quanto stesse succedendo. Insomma, una frittata che resta ancora indigesta a tanti. Dell’afflato, quello che si pensava (e si sperava) potesse arrivare col tempo, non ve n’è nemmeno l’ombra ed anzi, la recente crisi dell’amministrazione guidata dal sindaco Flavio Stasi ha risollevato dubbi, con il gradimento dell’attuale sindaco che, dalla sua elezione plebiscitaria, è ora in caduta libera. A pesare sono proprio le sue decisioni di abbandonare la realizzazione di alcuni step cruciali previsti della legge Graziano, che avrebbero dovuto rendere più agevole la vita ai cittadini delle due aree coinvolte in quest’ idea di mega città. Promesse, come lamenta il gruppo Corigliano Rossano Domani passato all’opposizione, non mantenute, anche quelle cristallizzate in apposite delibere.

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