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Fusione Corigliano Rossano, alla nuova città manca ancora un nome

I due centri continuano a mantenere le antiche denominazioni e i rispettivi gonfaloni

Angela Stella

«A distanza di alcuni anni emerge lo scemare di quell’autentico entusiasmo, nato dal progetto di fusione tra i due grandi centri di Corigliano e Rossano, che ci impedisce di vedere la luce in fondo al tunnel. Una relazione, quella attuale, che è scaduta in una mera convivenza di fatto, mai elevata ad una autentica transizione. A cominciare dal nome assegnato, l’accoppiamento dei due nomi di origine (CoriglianoRossano) portano psicologicamente a pensare che restiamo limitrofi, viciniori anche nel nome, ma non fusi». Porta un nuovo elemento al dibattito sulla fusione, che stenterebbe a decollare, Angela Stella, avvocato, ex assessore alla Pubblica istruzione della giunta comunale del comune Bizantino presieduta dall’ex sindaco Stefano Mascaro, che ha traghettato la città verso il nuovo ente di Corigliano Rossano. «La neonata città – spiega riconoscendo che traghettare il comune di Rossano nella fusione con Corigliano sia stata una delle più belle esperienze vissute nell’ambito dell’assessorato – porta ancora i nomi dei rispettivi genitori naturali, ma non uno proprio, un nome nuovo mai assegnato e che invece si potrebbe pensare di attribuire anche attraverso un referendum, coinvolgendo magari le diverse scuole del territorio ed i nostri giovani, come d’altronde hanno fatto altre realtà di città fuse in Italia».

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